Cascata del Pissandro, si arriva solamente a proprio rischio

PIEVE DI CADORE. È ancora ufficialmente inaccessibile alle auto la strada silvo pastorale che dalla chiesa vecchia di Nebbiù porta al ponticello sul rio Marilongo, da dove inizia il sentiero che porta alla cascata del Pissandro. «La strada è stata chiusa, oltre che in ossequio alle norme regionali che regolano l’accesso ai boschi a nord di Nebbiù», spiega Umberto Giacomelli, presidente della sezione Cai di Pieve, «anche per colpa della tempesta Vaia che in quella zona ha fatto danni importanti, con moltissimi alberi caduti sulla strada sia dal versante di Mandre e sia della Vizza di San Bartolomeo. Per questo il Comune di Pieve e la Regola di Nebbiù hanno organizzato sulla strada e nello slargo del ponte di Confoz il punto di raccolta dei tronchi. Il lavoro è stato sospeso all’inizio di luglio ma, per poter accedere con la auto o le moto, è necessaria la delibera di revoca dell’ordinanza di chiusura. Per quanto riguarda l’accesso alla cascata», aggiunge, «lungo il corso del rio Marilongo, nel quale sono caduti molti sassi, è intervenuta la Cooperativa sociale Cadore che ha effettuato il disgaggio della parete di roccia ad ovest. I lavori hanno consentito il ripristino del vecchio percorso e l’apertura di un secondo tracciato sulla parte destra del corso d’acqua. Nonostante i lavori della Cooperativa, i sentieri non sono considerati ancora completamente sicuri e pertanto chi percorre quella via per arrivare alla cascata lo deve fare a suo rischio e pericolo».

Cosa serve per mettere in sicurezza la zona?

«Il ruscello è di competenza del Demanio, e quindi non spetta a noi elaborare un progetto che seguirebbe comunque un iter non certo rapido come tutti quelli pubblici. Dunque, temo che prima che la strada verso la cascata sia di nuovo sicura passeranno mesi. E, in queste condizioni, promuovere turisticamente la stessa cascata ha poco senso».

Non è la prima volta che dei sassi cadano sulla strada verso la cascata. Era successo anche circa cinque anni fa, quando un grosso masso cadde sulla parte sinistra del ruscello dalla parete che si trova sotto la strada che porta a forcella Antracisa, in località “salto del mus”. In quella occasione il ripristino delle condizioni di sicurezza fu merito della Regola di Nebbiù, ed in particolare di Francesco Costella, che sin dal primo momento dopo la caduta dei sassi si era preoccupato di ripristinare il collegamento». —

Vittore Doro

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