Case di riposo, allarme a Borgo Valbelluna

A Trichiana la presenza di un focolaio di Covid-19: su 61 ospiti 38 sono positivi, mentre sono 18 gli operatori contagiati
La casa di riposo di Trichiana dove sono in programma spettacoli per gli anziani
La casa di riposo di Trichiana dove sono in programma spettacoli per gli anziani

Paola Dall’Anese / borgo valbelluna

È allarme nelle case di riposo di Borgo Valbelluna. In particolare in quella di Trichiana. A dirlo è il sindaco Stefano Cesa che rende noti i numeri relativi all’epidemia da Covid-19 nelle strutture per anziani.

i dati

A ieri mattina gli ospiti positivi della casa di riposo di Mel erano 19 di cui 11 presenti nella rsa, mentre gli altri 8 ricoverati in ospedale. Si tratta del 20% sul totale dei 91 ospiti della struttura. A questi vanno aggiunti anche i 13 operatori risultati positivi al tampone eseguito dall’Usl nei giorni scorsi.

A Trichiana (nella foto, ndr), invece, l’epidemia riguarda ormai il 62% degli ospiti. Infatti, su 61 degenti sono 38 quelli positivi di cui 31 curati in struttura e gli altri 7 già ricoverati nei nosocomi provinciali. Numeri importanti anche tra gli operatori: sono 18 quelli che hanno evidenziato la presenza del virus e che sono a casa in isolamento.

Il dato migliore è quello della rsa di Lentiai dove a ieri c’erano un solo anziano positivo e nessun operatore contagiato.

Il caso trichiana

A preoccupare di più in queste ore l’amministrazione comunale di Borgo Valbelluna è la situazione della casa di riposo di Trichiana. «Non è il momento di fare valutazioni e analisi di cosa abbia scatenato questa epidemia e questo focolaio all’interno della struttura», ci tiene a ribadire il sindaco Cesa, «quando tutto questo sarà passato allora andremo a cercare le cause. Ora è il momento di agire per cercare di limitare al massimo i danni e il diffondersi del virus tra gli ospiti e gli operatori».

Ed è per questo che proprio ieri, anche su indicazione della task force dell’Usl per le rsa, è stato rafforzato il personale operante all’interno della struttura, «divenuto ormai insufficiente per gestire tutti gli ospiti e per coprire anche i turni», precisa il primo cittadino che spiega: «Per questo abbiamo fatto arrivare nuovo personale infermieristico». E tra questi vi è anche don Alessio che fino a qualche tempo fa era in corsia di ospedale a Belluno, ma che ora è stato spostato a Trichiana per dare una mano. Inoltre, da ieri diversi operatori socio-sanitari hanno preso servizio.

Successivamente, non appena saranno noti tutti gli esiti dei tamponi, in corso di analisi, «si partirà con la sanificazione di tutta la struttura a cominciare dagli spazi vuoti, dove poi troveranno posto gli ospiti positivi. Soltanto quando sapremo realmente quali e quanti sono gli anziani positivi al Covid-19 inizieremo ad organizzare gli spazi in modo tale da creare aree Covid e aree Covid free, così da limitare il contagio», dice Cesa che aggiunge: «Per fortuna, ad oggi, ad alleggerire la situazione ci sono gli ospedali». Infatti, ieri sono stati spostati negli ospedali di comunità tre anziani, mentre nei prossimi giorni si valuterà la possibilità di trasferirne altri 7-8 positivi sempre in queste strutture di comunità.

Che esplodesse un’epidemia del genere non era immaginabile. Ma tra le diverse concause che avrebbero scatenato tutto questo, per il sindaco c’è il test sierologico. «Il test sierologico», spiega Cesa, «ha creato tanti falsi negativi e positivi. E in base a questi esiti gli ospiti sono stati spostati nella rsa mettendo insieme, magari, persone che al siero erano negative ma che poi i tamponi hanno dimostrato positive. E questo invece di contenere il contagio, lo ha ampliato». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi