Case di riposo bellunesi, slitta a metà giugno la possibilità di visite

Manca il tempo alle rsa di organizzarsi, soprattutto per l’esecuzione del test sierologico rapido da fare ai parenti
Monselice (PD), 28 maggio 2020. Riapertura delle visite dei parenti al Centro Servizi Anziani di Monselice. Nella Foto: una signora visita una parente ospite al Centro Servizi con le disposizioni di sicurezza
Monselice (PD), 28 maggio 2020. Riapertura delle visite dei parenti al Centro Servizi Anziani di Monselice. Nella Foto: una signora visita una parente ospite al Centro Servizi con le disposizioni di sicurezza

BELLUNO


Si allontana la possibilità di avere una apertura unificata di tutte le case di riposo della provincia, ma intanto diminuisce il numero di anziani positivi al Covid. Sul fronte contagi invece, due i bellunesi positivi ieri.

I dati di azienda zero

Su 2.157 anziani ospitati nelle 29 strutture bellunesi, 35 sono ancora positivi al virus, vale a dire l’1,6%. I dati si riferiscono al 2 giugno scorso. Nove sono gli ospiti delle rsa contagiati ricoverati in ospedale, mentre sono stati 81 i deceduti per coronavirus. Se si guarda il dato degli operatori delle rsa, su 2.117 lavoratori sono 10 quelli ancora positivi cioè lo 0,5% del totale.

Le case di riposo positive

Tra le strutture che evidenziano ancora dei casi di contagio ci sono quelle di Mel e di Trichiana. Ad oggi sono 11 gli ospiti positivi nella rsa di Mel insieme ad un paio di operatori, mentre sono sette gli anziani a Trichiana e qualche operatore. Si tratta in entrambe le realtà di persone che stentano a negativizzarsi e che presentano una volta un tampone negativo, la volta dopo positivo e così per lungo tempo. Si spera che un risultato più incoraggiante possa arrivare dalla prossima campagna di screening sia sierologico che con tampone che partirà a Mel oggi per concludersi mercoledì, mentre a Trichiana partirà mercoledì per chiudersi venerdì.

Le strutture covid free

Buone notizie invece arrivano dalla residenza per anziani di Santa Croce del Lago che dopo 72 giorni è diventa Covid free. «Seppure con le dovute cautele, finalmente si respira un’aria più leggera», afferma il direttore Marco Sossai. «Possiamo ricominciare a vivere la casa con un po’ più di serenità». Martedì è arrivato l’esito del tampone dell’ultimo ospite positivo che finalmente si è negativizzato. È stata fatta la sanificazione e ora gli ospiti residenti, seppure sempre mantenendo il distanziamento e rispettando rigorosamente le norme di igienizzazione, possono tornare a vivere tutti gli ambiti della struttura, anche gli spazi comuni. Possono riprendere anche le attività di mantenimento cognitivo e della manualità che erano state sospese nell’emergenza. È anche possibile riattivare l’accoglienza di nuovi ospiti.

L’accesso ai parenti

Se doveva esserci una data unitaria per la riapertura delle rsa ai familiari degli ospiti, questa uniformità non sarà possibile. Sfuma, infatti, per molte strutture, la possibilità di aprire lunedì prossimo. Anzi, per quanto riguarda la residenza Gaggia Lante di Belluno si parla addirittura del 15 giugno. «Non riusciamo ad essere pronti prima, visto che dobbiamo ancora organizzare molte cose», dice l’amministratore unico di Sersa, Paolo Santesso. Gli incontri con i parenti, spiega, avverranno esclusivamente all’aperto, in giardino, con distanziamento, «in cinque giorni al mattino e tre al pomeriggio», e in caso di pioggia si potrà tornare ai colloqui tramite tablet. Da martedì partiranno le prenotazioni dei parenti che vogliono far visita ai loro anziani.

Ma prima si dovrà fare la formazione agli operatori per poter eseguire il test sierologico rapido. Alla fine, l’incertezza che era emersa nell’incontro della settimana scorsa con l’Usl tra test rapido e quello con prelievo, è stata dipanata. E anche se il confronto ieri con i vertici dei servizi sociali dell’azienda sanitaria non è stato fatto, delle risposte sono arrivate verbalmente. «L’Usl conferma il test sierologico rapido al parente che verrà a fare visita all’ospite. Sarà eseguito da nostri operatori che dopo venti minuti faranno conoscere l’esito dell’esame. Se sarà negativo il parente potrà accedere all’aperto e vedere il suo caro, sotto la supervisione dei nostri dipendenti. Anche su questo chiederemo all’Usl di mettere nero su bianco che la negatività sia un vincolo per l’accesso». Se l’esito sarà positivo, «il familiare dovrà immediatamente mettersi in isolamento in attesa del tampone. Questo, a nostro parere, sarà un deterrente per molti familiari», precisa Santesso che sottolinea che di questi casi ne succederanno molti visto che il margine di errore del test rapido sierologico è del 15%. «Chi infatti rischierà di risultare positivo e quindi di saltare il lavoro in attesa dell’esito del tampone?»

Alla casa di riposo di Santa Croce, invece, l’incontro tra familiare e ospite, che partirà nelle settimane prossime, avverrà tramite il vetro o un pannello di plexiglass. Tutti gli oggetti che i familiari porteranno dovranno passare per un operatore. —

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