Case di riposo, crescono i paganti totali

Nel 2013 sono stati 259 e nei primi sette mesi di quest’anno sono già 153. Per loro un aiuto da Venezia

BELLUNO. Cresce il numero delle persone inserite nelle case di riposo prive di impegnativa regionale, con i costi sanitari a loro carico. Nel 2013 sono stati 259 gli utenti che si sono pagati l'intera quota, usufruendo della struttura in media per 49 giorni, per un importo complessivo di 845.000 euro. Di questi, 248 sono stati valutati dalle strutture dell'Usl e 198 sono stati inseriti nella graduatoria dell'azienda sanitaria, mentre 96 hanno avuto l'impegnativa definitiva entro l'anno. E nei primi sette mesi di quest'anno, i paganti totali sono già 153 e tutto lascia pensare che entro la fine del 2014 si raggiungeranno i numeri dell'anno scorso.

Visto il loro aumento sensibile, gli ospiti delle case di riposo paganti possono contare sugli sconti praticati dalle strutture, rispetto all’intero costo di ricovero, oltre al riconoscimento delle cosiddette “miniquote” (contributo effettivo pari ad 5,49 euro giornalieri ad utente) da parte della Regione. A dire la verità la Regione ha fissato in 14 euro la quota di contributo per chi paga la somma intera, ma nell'Usl 1 si è ridotta a 5.49 perché il numero di paganti al momento della rilevazione veneta era inferiore a quello finale per cui i 43 mila euro trasferiti sono stati inferiori al fabbisogno.

Di fronte all’espandersi del fenomeno di gestione privatistica dei letti, i centri servizi dovranno adeguarsi, per poter vedere garantita l’occupazione dei posti in modo da coprire i costi fissi legati all’assistenza. Resta, però, l’incertezza nella gestione dei bilanci, dove a fronte di costi fissi legati all’assistenza, si hanno entrate sempre più incerte e fluttuanti. Questo fenomeno colpisce in modo più accentuato le strutture periferiche e sovradimensionate, anche se incide in tutte quelle che sono sottoposte a un minimo di turn over dell’utenza, perché nel momento in cui si libera un’impegnativa questa può essere assegnata a un utente che ha espresso la preferenza per un’altra struttura. Quest’ultima sicuramente avrà disponibilità di un posto letto, lasciando vuoto quella in cui si è liberata l’impegnativa che, in mancanza di altre risorse, dovrà avviare un ricovero “privato”.

«Ma non sempre questi posti a pagamento sono occupati da gente facoltosa», precisa il dirigente dei servizi sociali dell'Usl, Angelo Tanzarella, «molto spesso si sceglie questa strada perché la famiglia non ce la fa più a sostenere il carico della persona anziana e ha bisogno di un po' di sollievo. Sono molto spesso ricoveri temporanei, anche se poi si spera che la persona venga inserita nelle liste di attesa per un posto accreditato e con impegnativa nelle case di riposo».

Ed è per questo che nell'incontro con tutte le case di riposo, si è deciso di modificare il regolamento per l'accesso alle strutture, sottolineando la necessità che sia fatta la valutazione della persona e si conceda qualche giorno in più a chi è in ospedale o a casa, per decidere l'ingresso nella struttura.

Inoltre, sui timori degli amministratori sul fondo della non autosufficienza, «facendo le proiezioni sui primi sette mesi del 2014, si è visto che possiamo farcela anche con il taglio di 83 mila euro per la nostra Usl, a patto che vengano ripartiti quei 28 milioni che la Regione ha previsto», conclude Tanzarella. (p.d.a.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi