Case popolari a Feltre, i conti non tornano
FELTRE. Prima non riescono a pagare l’affitto, poi ci sono il distacco della luce e del gas, si rompe qualcosa in casa e si tira avanti fino a quando il danno all'alloggio richiede una manutenzione straordinaria, a spese dell'Azienda servizi alla persona. La crisi economica e l'incuria di alcuni inquilini delle “case del Comune” portano tutti gli anni il segno meno nel rapporto fra ricavi (quelli dell'affitto per i 48 appartamenti assegnati fra Feltre, Villabruna, Vellai e Mugnai) e costi pubblici. Il fenomeno della morosità, cioè dell'incapacità di pagare l'affitto e le bollette, unitamente alla poca cura degli appartamenti sui quali poi bisogna mettere mano, comporta ogni anno una voce di perdita per l'azienda feltrina servizi alla persona.
Che per il 2016 si sono tradotti in sedicimila euro in meno, fra costi e ricavi. Ed è andata anche bene. Perché nel 2015, l'azienda ha dovuto fare i conti con 45 mila euro di perdita. L'ufficio casa dell'Azienda, ogni anno quando si assegnano i nuovi alloggi (mediamente tredici annui), deve fare i salti mortali per assecondare le esigenze dei nuovi inquilini. Un’impresa. Perché succede, e sempre più spesso, che il soddisfacimento della legittima aspirazione alla casa mal si coniughi poi con l’assunzione e il mantenimento degli obblighi contrattuali ovvero del pagamento regolare del canone di locazione, delle spese di avvio del contratto (fiscali e cauzionali), delle spese condominiali soprattutto laddove, per tipologia costruttiva, insistono ancora impianti centralizzati di riscaldamento e produzione dell'acqua calda alimentati a gasolio e quindi molto onerosi tanto da vanificare il contenimento dell'affitto.
«Tutto ciò sta comportando un ulteriore aggravio per i servizi sociali della azienda», si dice dall'ufficio casa, «che, se da un lato devono indirizzare verso stabili risposte abitative a relativa bassa spesa locativa, dall'altro si trovano a fronteggiare nel prosieguo emergenze economiche insufficienti per scongiurare prima o dopo lo sfratto per morosità o la sospensione delle utenze domestiche da parte degli enti gestori creditori». L'Azienda, guidata ora da Angelo Dalla Costa, attiva il fondo sociale Edilizia residenziale pubblica che comunque ha limiti normativamente oggettivi, non potendo tutelare all'infinito sempre e solo i soliti casi. Consente la rateizzazione del debito e la riduzione dell'affitto ai propri inquilini in stato di bisogno. Ma solo in parte si possono ridurre i costi complessivi della locazione: si parla anche di spese di riscaldamento/condominiali fino a 250 euro mensili che si vanno ad aggiungere all'affitto dovuto.
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