Case riposo, a Belluno 68 anziani aspettano un posto

L’Ulss 1: «Al lavoro per risolvere i problemi». Continuano le difficoltà nelle Rsa per l’introduzione dei nuovi modelli di gestione: a rischio i bilanci delle strutture: «Diamo la possibilità di scegliere due strutture dove essere ospitati»

Paola Dall’anese
Anziani nel giardino di una casa di riposo
Anziani nel giardino di una casa di riposo

Sono una settantina gli anziani bellunesi che, pur avendone diritto, sono in attesa di entrare nelle case di riposo. Un numero elevato che – oltre a mettere in difficoltà l’anziano che ancora non si è visto assegnare un letto nelle strutture – penalizza le stesse case di riposo stesse, costrette a rimanere per settimane con posti letto vuoti. Una situazione che va a creare non pochi problemi ai bilanci delle Rsa.

Il caso è scoppiato dopo l’introduzione – prevista dalla delibera della giunta veneta 465 – dei concetti di case mix e di budgettizzazione. In virtù di queste novità, ogni persona che se ne va dalla casa di riposo, dovrà essere sostituita da un’altra con gli stessi bisogni di cura.

E questo per non sforare il budget che ogni struttura si vede assegnare all’inizio dell’anno in base ai numeri di posti letto occupati. Qualora il tasso di occupazione risulti inferiore a quanto fissato, il budget – che viene verificato periodicamente – sarebbe rivisto al ribasso, se invece è superiore, le strutture dovrebbero pensare a coprire le risorse mancanti con i propri bilanci.

Così stando le cose, per coprire un letto mancante le case di riposo devono trovare l’anziano “giusto” da accogliere, in base al budget che hanno a disposizione. E gli abbinamenti sono tutt’altro che semplici, se si considera che un anziano può esprimere delle preferenze sulla struttura che lo accoglierà. Un’impresa, quindi, far incastrare tutte queste variabili, ora obbligatorie.

La macchina dei Servizi sociali, come detto, si è arenata, creando i rallentamenti negli ingressi nelle Rsa di ben 68 persone. «Queste avranno il loro posto», rassicura la direttrice dei Servizi sociali dell’Ulss, Paola Paludetti, ma dovranno attendere gli abbinamenti giusti. Nel frattempo restano in attesa.

La situazione, come è evidente, è piuttosto critica anche se l’Ulss, tramite i Servizi sociali e il settore della disabilità, sta cercando di risolverla, seppur momentaneamente. Nei giorni scorsi si è svolto un vertice di urgenza con tutti i direttori delle case di riposo provinciali, gli assistenti sociali, i funzionari dell’Ulss, il direttore del distretto e tutti gli attori coinvolti per evidenziare le criticità e decidere come risolverle.

«Dobbiamo trovare delle soluzioni per tamponare la situazione, in attesa di redigere il nuovo regolamento aziendale che tenga presente i nuovi criteri imposti dalle modifiche al sistema introdotte dalla Regione», precisa Paludetti, che spiega quali sono state le decisioni prese in quell’incontro.

«Per accelerare questo processo», spiega la direttrice dei Servizi sociali, «abbiamo optato per far scegliere all’anziano le strutture in cui essere inserito, non più in base all’ambito territoriale, ma indicando due strutture di preferenza. Questo va nella direzione fissata dalla Regione di concedere la libera scelta al cittadino».

Qualora però le due strutture scelte non possano accogliere l’anziano per non sforare il budget, si dovrà attendere che si liberi un posto da un’altra parte. «Nel frattempo come Servizi offriremo delle alternative alla persona, se vorrà accettarle», chiarisce ancora Paludetti, che evidenzia: «Sarà necessario definire dei termini temporali entro cui una famiglia o un anziano danno il loro benestare alla scelta proposta, per evitare di attendere troppo a lungo», mettendo così in difficoltà chi viene dopo in graduatoria, ma anche le strutture costrette a rimanere settimane con i posti liberi senza introitare le rette.

L’auspicio dei direttori delle Rsa è che questo modello provvisorio sia sostituito presto dal nuovo regolamento dell’Ulss 1 Dolomiti e si dirima la cosa una volta per tutte.

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