Caserma Piave, ci sarà un secondo bando

Al primo avviso 16 le manifestazioni di interesse, ma il Comune vuole pubblicarne presto un altro

BELLUNO. Il Comune riapre il bando per la caserma Piave. È questa l'intenzione della giunta, viste le numerose manifestazioni di interesse arrivate entro il 31 maggio, termine ultimo del bando aperto due mesi prima. «Un risultato molto positivo e al di là delle aspettative», commenta entusiasta l'assessore Valentina Tomasi.

Sono 16 le associazioni che hanno presentato progetti e idee per questa struttura che palazzo Rosso intende recuperare per realizzare una “cittadella del terzo settore”. Chi siano questi soggetti si saprà soltanto domani, quando la giunta esaminerà tutte le domande arrivate in questi mesi. L'unica cosa che si sa è che si tratta di soggetti del territorio provinciale.

Ma la giunta Massaro non si accontenta: «Considerando che sono molti i soggetti che ci hanno chiesto informazioni sulla caserma negli ultimi giorni, abbiamo deciso di aprire un secondo bando, questa volta di più breve durata, presumibilmente un mese. I dettagli saranno decisi nella giunta di domani», anticipa Tomasi. Una volontà dettata anche dal bando, che chiede una manifestazione di interesse, «che non è vincolante», sottolinea l'assessore.

Il prossimo avviso, come è stato per il primo, «sarà a maglie larghe, per dare la possibilità a tutti di farsi avanti, anche se l’obiettivo nostro è trasformare l’ex caserma nella cittadella del volontariato. Prevediamo», prosegue Tomasi, «un altro open day, cioè una giornata in cui gli interessati potranno prendere visione dal vivo della caserma, una struttura costituita da 18 edifici e varie pertinenze. Vedere la struttura dal vivo è un'altra cosa, anche perché adesso, grazie all'intervento di volontari, alpini e servizio forestale, è stata pulita e sistemata. È bello vedere un'area che riemerge».

Palazzo Rosso, intanto, ha diviso la caserma Piave in quattro aree indicative, sulle quali i partecipanti al bando potranno esprimere una preferenza per l’eventuale gestione. «Ma sarà poi il tavolo tecnico, che si insedierà non appena ci saranno tutti i candidati, a decidere cosa fare e come organizzare gli spazi e le attività», conclude l’assessore, specificando che «tutta la riqualificazione non dovrà costare nulla al Comune: chi entrerà nella gestione, pagherà un canone a Palazzo Rosso, da cui potranno essere detratte le spese di riqualificazione».

Paola Dall’Anese

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