Caso Codivilla, messaggi e firme arrivano anche dagli Stati Uniti

Prosegue sul nostro sito la petizione lanciata per salvare le eccellenze dell’ospedale Codivilla Putti
Cortina, 18 settembre 2008. L'istituto sanitario Codivilla Putti
Cortina, 18 settembre 2008. L'istituto sanitario Codivilla Putti

CORTINA. Prosegue sul sito internet del Corriere delle Alpi (www.corrierealpi.it) la petizione lanciata dal nostro giornale per salvare le eccellenze dell’ospedale Codivilla Putti.

Entrando sulla pagina home del Corriere si trova la schermata dopo poter lasciare la propria firma alla petizione, insieme con un commento e una motivazione. Sono proprio le motivazioni a suscitare il maggior interesse, per le storie che raccontano, per le sofferenze che sono spesso sottaciute ma che emergono con grande chiarezza.

È soprattutto la cura dell’osteomielite a raccogliere i maggiori consensi, a dispetto dei dati sbandierati dalla Regione secondo cui i malati sono sempre meno e quindi il reparto può essere cancellato. Bene ha spiegato ieri sul nostro giornale, il dottor Centofanti la realtà della situazione del Putti, la storia ma anche i dati sui pazienti che vengono curati a Cortina. Ma torniamo alla petizione.

«Questa è una di quelle cose per cui i social networks sono utilissimi: c'è un ospedale specializzato in malattie delle ossa che rischia di chiudere, ma con questa petizione avrebbe qualche speranza di restare aperto. Io ho firmato», spiega Davide da Rimini. Mosè invece ha firmato «per il mio amico Nico».

«È un grande errore di politica economica, chiudere le piccole imprese che funzionano», scrive in tedesco Annemarie. Da una città americana ecco il contributo di Christian: «La soluzione migliore è che il Codivilla-Putti diventi interamente parte della Sanità pubblica».

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