Caso De Lorenzi: Romanin all’attacco
LONGARONE. Debutto con il botto per Antonio Romanin tra i banchi del gruppo di minoranza “Longarone, Castellavazzo: una comunità”. Il neo consigliere comunale ha subito presentato un interrogazione urgente riguardante la Fondazione Vajont e il suo direttore Giovanni De Lorenzi.
Tutto nasce da un fatto successo alla fine della recente campagna elettorale a fine maggio, quando De Lorenzi ha diramato a vari contatti via e-mail l'invito a non votare alle recenti comunali di Claut, dove si presentava il candidato unico (poi eletto) Franco Bosio. Per questi “inviti”, di fatto un’incitazione a disertare le urne, sarebbe stata usata anche la mail istituzionale della Fondazione Vajont. Da qui le critiche di Romanin che chiama in causa il sindaco Roberto Padrin che è presidente della Fondazione, con un ragionamento più ampio sul ruolo dell'ente.
«Molti cittadini ci stanno contattando preoccupati», esordisce Romanin, «dopo aver letto sulla stampa i fatti successi pochi mesi fa nel comune di Claut con uso improprio della e-mail della Fondazione Vajont per scopi privati. Chiedo dunque al sindaco, che preside anche la Fondazione stessa, se a seguito di quanto apparso sui giornali sia stato intrapreso un qualche atto ispettivo o di altra natura per verificare la fondatezza di tali fatti. Al di là di questo episodio è ora di fare chiarezza sul ruolo che deve avere la Fondazione Vajont e delle funzioni del suo direttore. Chiedo pertanto di conoscere nel dettaglio la normativa in essere applicata alle funzioni del direttore, la loro durata, il corrispettivo previsto e se sono attribuite particolari deleghe alle sue funzioni. Chiedo inoltre copia dell'esercizio di bilancio del 2014 (chiesto in maniera dettagliata già più volte dalla minoranza in questi mesi, ndr). Penso che siano richieste non difficili da espletare se si persegue l'ottica della trasparenza».
«In merito proprio alla trasparenza», continua Romanin, «voglio manifestare la mia personale preoccupazione per il modo in cui questa amministrazione ha reiterata prassi di delegare alla Fondazione attività che possono considerarsi proprie e primarie dell'amministrazione comunale stessa. Per questo chiediamo copia dei suddetti documenti, per verificare l'effettiva congruenza delle attività svolte. Detto questo le chiedo se non intende rivedere l'indirizzo sin qui seguito dalla sua amministrazione per ricondurlo ad un rapporto con la Fondazione Vajont meno operativo e più rispondente ai fini statutari di quell'ente, esercitando direttamente funzioni amministrative proprie. Concludo auspicando che ci sia un cambiamento all'interno della stessa Fondazione e spero che queste mie argomentazioni possano essere utili ad affrontarlo».
In quanto interrogazione urgente l'amministrazione non era tenuta a rispondere sul momento e quindi non ha commentato ulteriormente. Nei prossimi giorni, come da regolamento, arriverà una risposta scritta. (e.d.c.)
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