Caso passaporti De Pellegrin chiede l’aiuto della Finanza

Cittadinanza ai brasiliani, l’Anci offre supporto ai Comuni Il sindaco zoldano vuole chiarezza sugli intermediari

VAL DI ZOLDO. Il sindaco si appella anche alla Finanza, per chiedere alle fiamme gialle di contribuire a fare chiarezza sull’ondata di richieste di cittadinanza presentate da brasiliani al municipio di Val di Zoldo.

Camillo De Pellegrin ha fatto così tappa ieri mattina al comando di Belluno, preoccupato per il fenomeno che, spiega, «non tocca solo noi ma è ormai nazionale», e anche per gli interessi di vario tipo che vede crescere attorno alle richieste di riconoscimento in base allo “ius sanguinis”, il diritto alla cittadinanza italiana per discendenza. Dagli interessi commerciali delle agenzie che propongono servizi legati alle pratiche del riconoscimento a quelli politici di chi potrebbe essere attirato dai voti di nuovi italiani all’estero.

«Mi sono rivolto a tutti gli enti che sono coinvolti a vario titolo in queste dinamiche», dice così De Pellegrin, «dalla questura ai carabinieri alla prefettura. Mi mancava la Finanza perché è fondamentale che ci sia chiarezza su come viene svolta l’attività di intermediazione. Sicuramente sarà legale, ma credo sia fondamentale comunque vederci chiaro».

Intanto la chiamata alla mobilitazione di De Pellegrin gli ha fatto ottenere, oltre telefonate da enti locali di mezza Italia alle prese con lo stesso problema, anche una presa di posizione dell’Anci, l’associazione dei Comuni.

«Siamo a disposizione del sindaco per fornire tutto il supporto tecnico-legale possibile», spiega la presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello, che si è messa a disposizione assieme al direttore Carlo Rapicavoli. «L’Anci Veneto sta studiando il dossier ed è al lavoro per far luce sugli aspetti normativi e soprattutto vuole capire quello che sta succedendo nel Bellunese».

«Siamo disponibili fin da subito ad un incontro con il sindaco Camillo De Pellegrin ed anche con i sindaci ed i Comuni interessati. Le richieste dei cittadini brasiliani stanno intasando l’anagrafe di molti Comuni del Trevigiano e del Bellunese, per questo vogliamo capire quello che sta succedendo ed essere a fianco dei sindaci».

Tutta la questione ruota attorno alla norma del 2017 sul riconoscimento della cittadinanza a chi abbia anche un lontano antenato italiano. «Se questa norma debba essere mantenuta», premette De Pellegrin, «io non lo discuto. Tuttavia noi piccoli Comuni siamo l’anello debole della catena, dobbiamo essere messi in condizione di far fronte a questa mole di richieste che manda in tilt gli uffici anagrafe. E c’è da dire che l’intasamento dei consolati all’estero, con attese di anni per la cittadinanza, crea inevitabilmente una disparità tra gli oriundi italiani che hanno la possibilità economica di accedere ad altri canali, venendo in Italia per fare le pratiche in un Comune, rispetto a chi è tutt’ora in coda nei consolati italiani all’estero».

Stefano De Barba

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