Caso Sappada, il sindaco: «Basta con i giochi del Pd»
Piller Hoffer sbotta dopo l’ennesimo rimpallo e attacca De Menech: «Si assuma la responsabilità di dire sì o no»
SAPPADA. Manuel Piller Hoffer, sindaco di Sappada, non perde mai la pazienza. Preferisce rispondere con un sorriso, anziché a muso duro, alzando il tiro della polemica, ma ieri, dopo lunghi giorni di silenzio, è esploso. E ha dettato una nota molto pesante contro chi tira il freno dell’iter parlamentare che dovrebbe ricondurre Sappada in Friuli. «Io, come sindaco, faccio ogni giorno del mio meglio per dare risposte ai miei cittadini, e non sono disponibile a diventare il capro espiatorio dei giochi di partito all’interno del PD e del fuoco incrociato su Sappada che è in corso a Roma. Chiedo dunque, con forza, che il Parlamento si esprima una volta per tutte, perché la situazione di incertezza non può durare oltre. Poi, in definitiva, il mio comune rimarrà sempre Sappada-Plodn».
Il motivo di tanta reazione? Il tentativo del Pd bellunese di prendere ulteriore tempo. Roger De Menech, infatti, ha formalizzato ieri la richiesta, in sede di Commissione affari costituzionali, dell’audizione dei presidenti Luca Zaia (Regione) e Roberto Padrin (Provincia). «Mi pare veramente paradossale che in questa fase, dopo 10 anni di iter, dove tutti hanno votato favorevolmente sul passaggio di Sappada alla regione Fvg (Province, Regioni, Senato), si cerchi di scaricare la responsabilità di un possibile voto contrario della Camera, o di un non voto, su rumors, magari per giustificare l’audizione in Commissione di qualche amministratore locale – scrive perentoriamente Piller Hoffer –. Ora, dopo dieci anni, la questione è approdata al Parlamento ed il Parlamento deve dare una risposta, assumendosi la responsabilità del sì o del no».
Il sindaco ricorda che, come amministrazione, Sappada ha sempre manifestato la disponibilità di sedersi a un tavolo con le due Regioni e il governo per cercare una soluzione, ma senza esito. «Abbiamo proposto iniziative condivise tra i Comuni di Sappada e Forni Avoltri, dopo una prima apertura da parte friulana, ma non abbiamo ricevuto risposte. Paradossalmente solo il presidente Zaia, che ha sempre manifestato il proprio rispetto per la volontà popolare, ha cercato soluzioni nell’ambito degli investimenti infrastrutturali (non potendo Sappada beneficiare dei fondi Odi), e l’iter è ancora in corso. Per questo lo ringrazio della disponibilità e sensibilità dimostrata e, soprattutto, per la sua capacità di affrontare serenamente la “questione Sappada”, senza lasciarsi andare a ripicche, ripensamenti o rancori».
Pesante, invece, la polemica con il Pd e specificatamente con De Menech e il sottosegretario Gianclaudio Bressa. «Mi pare politicamente interessante chiedersi cosa abbiano fatto gli esponenti del PD bellunese da sempre contrari. Hanno proposto fantomatiche soluzioni alternative attraverso i fondi di confine, salvo poi non ottenere alcun risultato nè strade percorribili, pur essendo trascorsi moltissimi anni. Ciò vale per Sappada, ma anche per tutte le Terre Alte e per l’intera Provincia di Belluno – azzarda il sindaco –. I fondi Odi hanno tamponato l’emorragia verso il Trentino Alto Adige, creando però squilibri interni: pochi Comuni di serie A e molti serie Z all’interno della stessa Provincia; la situazione di malcontento va avanti da tempo, ma da De Menech si sono sentite solo chiacchiere».
Francesco Dal Mas
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