Caso targhe straniere: «Diversi negozi a rischio chiusura»
Il caso delle auto con targhe straniere dei gelatieri apre uno scenario inaspettato e preoccupante anche per l’economia della Val di Zoldo, di diverse località del Cadore e del Longaronese, dove i negozianti sono stati colpiti da un calo dei profitti. A lanciare l’allarme è il presidente di Confcommercio Belluno Paolo Doglioni. «Gli associati di alcune località della provincia mi segnalano come la vicenda abbia determinato, conti alla mano, una contrazione secca del fatturato significativa, tanto da minare la sopravvivenza di alcuni esercizi commerciali, di ristorazione e somministrazione in quei luoghi», afferma.
Si parla di lavoratori all’estero stagionali, che conservano nei paesi d’origine affetti e casa, dove tornano appena possono. Ma se il timore di essere fermati a un posto di blocco scoraggia a mettersi in marcia per evitare di vedersi sequestrare l’auto, il problema, oltre che sociale, assume risvolti di carattere economico.
«Val di Zoldo rappresenta certo il caso più significativo, ma anche diverse località del Cadore e del Longaronese risentono di questa dinamica», dice Doglioni. «Il ritorno a casa di imprenditori e loro dipendenti operanti all’estero ha sempre costituito un momento non solo di ritrovo e socialità, ma anche di vitalità per i paesi sotto il punto di vista economico. Se ciò portasse negozi, bar e ristoranti a prendere decisioni drastiche, visto il venir meno di una forma importante di sostenibilità economica dell’attività, si innescherebbe un’ulteriore spirale discendente: meno esercizi, meno servizi, minor stimolo della popolazione a risiedere in valle. Senza contare la rottura di un legame profondo tra i nostri residenti e la comunità bellunese all’estero, patrimonio inestimabile».
Da qui parte l’appello di Confcommercio: «Ho scritto ai nostri rappresentanti in Parlamento perché la questione possa essere considerata anche sotto questo punto di vista», afferma il presidente. «La lotta allo spopolamento va fatta cominciando dai piccoli temi quotidiani, quelli sui quali possiamo intervenire da subito, conciliando le esigenze di sicurezza con la possibilità e il diritto alla mobilità». —
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