Cassa Rurale di Cortina, passa il cambio del nome ma tra mugugni e 180 contrari
Non c’è affatto unanimità sul cambio di nome: dal primo gennaio 2020, la Cassa rurale ed artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti diventerà semplicemente CortinaBanca. Ieri sera i soci lo hanno deciso in assemblea straordinaria, ma non senza polemiche. Erano presenti 462 soci con 337 deleghe per un totale di 799 voti (su 2. 606 soci). Hanno votato contro la modifica in 180, tra cui le Regole d’Ampezzo, e due si sono astenuti.. La banca cambierà quindi nome, ma i contrari non hanno mancato di manifestare disappunto. Numerosi gli interventi di coloro che hanno anche chiesto al consiglio di amministrazione, presieduto da Alberto Lancedelli, di rivedere la scelta. C’è chi ha ricordato tra gli applausi che «il nome lucente di Cortina associato al disprezzo che oggi ha il nome banca ne uscirà indebolito». C’è poi chi ha rimarcato che “banca” non rappresenta il principio di mutualità proprio delle casse rurali; chi ha ricordato che ribadire i concetti di ruralità e artigianalità è più moderno di usare CortinaBanca. Elsa Zardini, presidente dei ladini d’Ampezzo, ha ribadito che CortinaBanca non rappresenta né Cortina perché «è Cortina d’Ampezzo», né la provincia di Belluno. In due hanno anche preso la parola in appoggio alla scelta di coraggio del consiglio. Era stato il direttore Roberto Lacedelli, in un lunghissimo intervento, a spiegare l’iter che ha portato il consiglio a decidere di cambiare nome. È stato affidato un incarico all’architetto Gianluigi Pescolderung che ha accompagnato dipendenti e consiglio per le modiche.
«Le priorità per il futuro», ha detto, «sono rimarcare la nostra identità visiva e la comunicazione in campo digitale e valorizzare il contatto diretto con i soci, i clienti, la comunità, le nuove generazioni. Per far questo dovevamo adeguarci alla comunicazione moderna e passare da un nome “Cassa rurale ed artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti” che conta 53 lettere ad uno breve. È stato scelto CortinaBanca, volutamente tutto attaccato, per la semplicità, la brevità, l’immediatezza, la forza attrattiva in ottica futura».
È stato ricordato ai soci che non è la prima volta che la Cassa Rurale, fondata nel 1894, cambia nome. Alla nascita si chiamava Società di Casse di prestiti e di risparmio per Ampezzo; nel 1938 divenne Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina d’Ampezzo e dal 1996 Cassa rurale ed artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti.
«Per la nostra Banca», ha dichiarato Lancedelli, «era venuto il momento, dopo 80 anni, di una decisione strategica, chiara e forte; il momento di affidarsi ad un nome rinnovato e adeguato alle esigenze dei tempi. “Cassa rurale ed artigiana di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti” continuerà ad essere parte della nostra storia, dei nostri valori, del nostro territorio, perché rinnovare il proprio nome non significa mettere da parte le proprie radici, ma rafforzarle e dare loro nuova energia. Un nome nuovo è una scelta di coraggio, di innovazione, di progresso, che darà più forza alla nostra identità e accompagnerà i nostri valori nel futuro».
Dopo oltre due ore il punto è passato, alla presenza del notaio Francesca Ruggiero. Ma tutti, anche i favorevoli, hanno lamentato il fatto che non si sia condiviso l’iter di modifica sin dall’inizio, spiegando che magari si sarebbe dovuto svolgere un sondaggio di opinione tra soci. —
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