Casse vuote in municipio a Belluno: oscurati wi-fi e webcam

Il Comune non riesce a pagare la ditta. Salta anche la diretta del consiglio. Massaro: «Sono altri i servizi da garantire»

BELLUNO. Spento il wi-fi comunale. Spente le webcam turistiche. E spenta anche la diretta streaming del consiglio comunale. Eccoli i primi effetti della legge di stabilità, che comporterà nuovi, pesantissimi, tagli per i Comuni. «Ed è solo l'inizio», scuote la testa il sindaco, Jacopo Massaro. «Non abbiamo i soldi per pagare la ditta che si occupa di wi-fi e diretta streaming delle sedute del consiglio comunale. Non possiamo farle svolgere servizi che non sappiamo se pagheremo».

Che la legge di stabilità imponesse sacrifici ai Comuni è cosa nota. Ma adesso dalle parole si passa ai fatti, cioè al taglio di servizi: «Dovremo sospendere, mi auguro temporaneamente, il servizio di wi-fi gratuito che copre piazza dei Martiri, piazza Duomo, palazzo Crepadona (la sala Cappella, dove ci sono alcuni computer che tutti i bellunesi possono usare per navigare, usando le credenziali fornite dall'Informagiovani, ndr) e l'area di Lambioi, con la piscina, la Spes arena, Piave beach e l'area camper», continua Massaro. «Saranno disabilitate anche le due webcam turistiche che riprendono piazza Duomo e piazza dei Martiri. E la trasmissione in diretta streaming delle sedute del consiglio comunale è garantita solo per la seduta di fine gennaio».

Con buona pace della trasparenza, criterio che ne aveva ispirato la diffusione. «Poiché le risorse non bastano nemmeno per garantire i servizi essenziali obbligatori, siamo costretti a staccare quelli che non lo sono, per concentrare i fondi dove non possiamo toglierli».

Casa di riposo, l'asilo nido, giusto per fare due esempi. «A causa della legge di stabilità siamo costretti a tagliare altri 2 milioni di euro sulla spesa corrente», aggiunge il sindaco. «È una cifra enorme. Basti pensare che solo qualche anno fa la spesa di parte corrente del Comune era di 38 milioni di euro. Nel 2015 sarà di 16». Meno della metà. Il che significa riduzione dei servizi ai cittadini. «Cerchiamo risorse per sopperire ai tagli e stiamo lavorando anche su altri fronti. Per esempio usando i soldi che abbiamo per “moltiplicarli” attraverso la partecipazione ai bandi».

È vero, i contributi vanno cofinanziati, ma «con il bando scuole faremo un intervento da 95 mila euro alla scuola di Giamosa, spendendone solo 25 (il resto dal contributo, ndr)». In questi primi giorni dell'anno, inoltre, sono arrivate buone notizie sul fronte del bando sul commercio, sugli itinerari turistici e per l'eliminazione delle barriere architettoniche dei musei. Ma la situazione è e rimane delicata.

Il famoso fondo del barile è stato raschiato, i Comuni non hanno altre alternative al taglio di servizi. L'elenco potrebbe essere lungo. E doloroso.

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