«Cassonetti incendiati, l’Unione montana feltrina è estranea»
FELTRE. «L’Unione montana feltrina è estranea ai fatti criminosi avvenuti nel 2013 nel Comune di Feltre e culminati con l’incendio di alcuni mezzi ai magazzini comunali». Una lunga nota stampa del presidente dell’Unione montana feltrina, Federico Dalla Torre, ricostruisce il ruolo, anzi, il non ruolo avuto dall’ente.
Dopo che è stata resa pubblica la relazione della Commissione bicamerale sulle Ecomafie che ha ricostruito le vicende feltrine, i quasi due anni che hanno caratterizzato la procedura di reinternalizzazione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti nell’ambito del Comune di Feltre sono tornati di attualità con tutto il carico di mistero legato ai ripetuti incendi dei cassonetti.
Sull’intera vicenda l’Umf precisa la propria posizione: «In particolare», afferma il comunicato, «L’unione montana feltrina ricorda che in tale contesto, era stata ventilata dai mezzi d'informazione l'ipotesi che un ex assessore dell'allora Comunità montana feltrina ed un dipendente fossero coinvolti nella vicenda ed avessero, per interesse personale, esercitato pressioni per evitare l'internalizzazione dei servizi da parte del comune di Feltre, e la conseguente uscita della città dal servizio associato presso l’Ente comunitario».
La nota entra nello specifico del percorso giudiziario seguito dalla vicenda: «Tale ipotesi a seguito delle indagini preliminari svolte è risultata essere del tutto infondata. A riprova di questo, dopo un anno di indagini sulle vicende e sul presunto loro coinvolgimento il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Belluno, ha chiesto al giudice delle indagini preliminari, che con proprio provvedimento ha disposto l’archiviazione».
Dalla Torre conferma la correttezza dell’ente e i buoni risultati raggiunti dai Comuni che hanno proseguito ad aderire al servizio associato: «L'Unione montana feltrina ribadisce pertanto, che sia la propria struttura tecnica che la propria rappresentanza politica hanno sempre agito nell'interesse dei Comuni associati, come confermato anche dal fatto che il servizio di raccolta rifiuti nel comprensorio ha raggiunto livelli qualitativi di eccellenza (vedi per esempio il terzo posto assoluto raggiunto dal comune di Cesiomaggiore nel 2015 nella classifica dei comuni ricicloni d’Italia) e con costi molto bassi rispetto al resto del paese, senza peraltro registrare aumenti di costo negli ultimi anni».
I riferimenti all’Unione montana riportati nella relazione della Commissione bicamerale, vanno dunque interpretati come opinioni della stessa commissione e non come il risultato di indagini svolte dalla magistratura: «Si auspica pertanto», aggiunge ancora la nota, «alla luce di quanto esposto, che si eviti in futuro di ritornare sulla questione, tirando in ballo l'Unione montana feltrina e soggetti alla stessa legati, che risultano essere completamente estranei alla vicenda, avendo sempre svolto i propri compiti nei confronti di tutti i Comuni associati, compreso il Comune di Feltre, con lealtà e spirito di collaborazione».
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