Castelletto di Cossalter, restauro da due milioni

L’operazione resa possibile dalla convenzione tra l’Accademia del Melograno e l’Unione montana feltrina 



Entro le prime settimane di settembre, sarà affidata la progettazione definitivo-esecutiva per cantierare il restauro conservativo del castelletto di Cossalter e delle pertinenze d’area. A darne comunicazione è il presidente di Unione montana feltrina, Federico Dalla Torre. Sono due milioni di euro quelli destinati ai restauri delle pregevoli opere di proprietà dei Velluti che hanno fondato l’Accademia del Melograno e sottoscritto la convenzione con Umf, nel 2017, a condizione che il patrimonio sia tutelato e resti in mano ai due comuni interessati, Feltre per Castel Lusa e villa Lusa, e Cesio per il castelletto di Cossalter, non essendoci altri eredi.

A presidio dell’operazione di ristrutturazione e restauro dei monumenti, sono Laura Tomesani e Oscar Passarella in rappresentanza anche di Federico Velluti che ha lasciato la residenza condivisa di Castel Lusa, ai primi di gennaio di quest’anno per trovare una dimensione contemplativa molto lontana, come hanno dato a intendere i familiari, dalle vicende terrene fatte anche di burocrazia.

Il castelletto di Cossalter, il primo del “pacchetto Melograno” ad essere cantierato su progetto dell’architetto Andrea Bona, è compreso nel progetto cultura che, a valere sui fondi Odi, frutta otto milioni di euro. I Comuni che hanno aderito sono sei, Feltre, Cesio, Santa Giustina, Lentiai, Lamon e Sovramonte, ognuno con uno o più progetti (come nel caso di Feltre e Cesio), da cantierare. La parte della torre del complesso di Cossalter, per ciò che gli storici dell’arte hanno dedotto dal tipo di muratura, dovrebbe risalire al 1100 - 1200.

Vi sono poi altri corpi abitativi con un’ultima aggiunta del 1300, chiamata Palàz. Verso il 1680/90 (notizia fornita da Monica Frapporti), un violento sisma che colpisce varie parti del bellunese, danneggia l’edificio che, “da quel periodo in poi viene sommariamente rabberciato e dato in uso a famiglie di mezzadri, salvo riprendere una certa funzionalità di residenza di campagna tra il 1700 e il 1800 con la comparsa della famiglia Turro dalla quale dovrebbe discendere l’omonimo pittore. La decadenza dell’edificio, con conseguenti, gravi manomissioni strutturali, avviene nel primo ottocento, concludendosi poi con lo sfascio totale della fine del 1900 e con la demolizione, invano contrastata dai proprietari e da Italia Nostra negli anni’70, che comportò la sparizione di un’intera ala e la costruzione della stalla che tuttora sussiste”.

E sarà proprio la stalla ad essere demolita. «Questo edificio non sarà recuperato ma raso al suolo», spiega il presidente Umf, Federico Dalla Torre. «Con i soldi risparmiati grazie alla demolizione di un’opera che non si armonizza con il complesso, sarà acquistato un piccolo edificio adiacente da riconvertire in centro servizi, funzionale al castelletto. Il tutto senza modifiche ai costi iniziali prospettati e fissati, per il recupero di Cossalter, in un milione e duecentomila euro». —


 

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