Castion, nuovo attacco dei lupi sbranata un’asina dei Miari
BELLUNO. Recinto elettrificato e area illuminata a giorno non sono bastati. Il lupo è tornato a colpire a Modolo, nelle proprietà dei Miari Fulcis, dove era già entrato in azione lo scorso inverno, nel mese di dicembre. Anche questa volta a rimetterci è stato un asino. «L’attacco si è verificato nella notte tra mercoledì e giovedì», spiega amareggiato Andrea Miari Fulcis. «Una replica di quanto accaduto alla fine dell’anno scorso. Anche questa volta è stato interessato dalle predazioni il recinto dove sono tenuti quattro asini e un cavallo. Asini che ora, purtroppo, sono tre. Sul luogo è arrivata anche la polizia provinciale».
Miari tiene a fare alcune precisazioni: «Il recinto è elettrificato e l’intero spazio è illuminato con dei fari, praticamente a giorno. Il lupo non si è però fatto spaventare. Nemmeno queste misure bastano a prevenire gli attacchi. Non nascondo una certa preoccupazione».
La zona è quella dell’anello di Modolo, scelto da molti bellunesi per passeggiate, corse o pedalate. «Il lupo si è messo in azione a circa 100 metri dalla strada sterrata», dice ancora Miari Fulcis. «Mi auguro tanto che prima o poi non succeda che decida di mangiarsi il cane di qualcuno che arriva a Modolo per fare una camminata. Personalmente, durante la notte, tengo i miei cani in casa, per sicurezza».
A testimoniare il passaggio del lupo nella località del Castionese c’è anche la presenza di carcasse di animali selvatici. «Mi sono imbattuto diverse volte in resti di capriolo», continua. «Un mese fa, alle otto di sera, ho avvistato due esemplari di lupo mentre transitavo in automobile. Non si sono nascosti o spaventati, erano abbastanza “spavaldi”. E sono sicuro si trattasse di lupi e non di cani. Fa pensare che non abbiano timore ad avvicinarsi alle zone abitate e all’uomo».
L’attacco a Modolo arriva a pochi giorni da quello che ha interessato le Ronce, nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando è stata uccisa un’asina gravida. Replica tra lunedì e martedì a Valdart. In tutti e tre i casi sembra che ad agire sia stato più di un esemplare. «Dell’asino è rimasto ben poco», commenta Miari Fulcis, «e questo lascia intuire che non abbia “banchettato” un unico lupo».
Qualche giorno fa Natalino Nicoletto, allevatore di Saonara che ha una trentina di asini a Valdart, ha parlato delle problematiche causate dal ritorno del lupo in provincia con toni duri.
«Purtroppo non c’è la consapevolezza del fatto che i danni non stanno solo in un asino o una pecora morti. Le conseguenze negative sono molte di più: vogliamo forse che le persone che si occupano della cura del territorio decidano di abbandonarlo?», sottolineava. «Il futuro è fatto di malghe in abbandono, ma sembra proprio che tanti non se ne rendano conto». —
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