Castro: «Entro tre mesi il rilancio dell’Acc»

Dopo l’incontro con il sindacato, il commissario determinato a salvare lo stabilimento. «Girerò il mondo per trovare nuovi volumi per ripartire»
Di Paola Dall’anese
Maurizio casto a confindustria per l'acc
Maurizio casto a confindustria per l'acc

BELLUNO. La parola d’ordine è «recuperare al più presto i volumi produttivi per far ripartire lo stabilimento di Mel». Dopo tre ore di confronto con i sindacati di categoria e le Rsu, nella sede di Confindustria a Belluno, il commissario straordinario dell’Acc, Maurizio Castro esce più determinato che mai a realizzare il salvataggio della fabbrica zumellese.

L’obiettivo è coinvolgere l’intero territorio: non solo le parti sociali ed economiche, ma anche quelle politiche e istituzionali. Un intervento a 360 gradi per salvare i 650 dipendenti dell’Acc e gli altri 2500 che operano nell’indotto. Numeri eccezionali, che si inseriscono in una situazione di crisi del comparto dell’elettrodomestico altrettanto eccezionale, ma contro cui Maurizio Castro intende mettere in atto interventi straordinari.

Dottor Castro come intende muoversi?

«La situazione è straordinariamente complicata, il mio compito è difficilissimo per la drammatica carenza di volumi. Per ora partiremo da soli nel recupero di nuovi ordini. Entro l’autunno dovremo recuperare commesse, per rilanciare, entro un anno e mezzo, lo stabilimento. L’impresa è ardua, siamo all’inizio del guado, qualcuno ci vuole male,mi riferisco ai nostri antagonisti austriaci, che stanno facendo delle operazioni aggressive per buttarci fuori, ma con un assetto da battaglia da lagunari ce la metteremo tutta per riuscire nell’impresa».

E dove li recupererete i volumi necessari?

«Ho già una fitta agenda di incontri con le imprese produttrici. Gireremo tutto il mondo, incontreremo Electrolux, Bosch, Indesit, Whirlpool. Chiederemo che ci diano lavoro, che si riforniscano da noi: saremo molto chiari su questo. Chiediamo di non essere sfavoriti. Sarebbe una beffa se, dopo tutti i sacrifici fatti a favore dell’Austria, ora non venissimo ricompensati. Questo succederà entro i prossimi tre mesi. Sarà un’estate di intenso lavoro, che porterò avanti con il management attuale dell’azienda: è un’ottima squadra e io sarò il capitano».

E poi ci sarà il piano industriale di rilancio.

«Sono quattro le opzioni sulle quali dovremo lavorare: la prima è quella di affrontare da soli il mercato dei compressori. E da qui partiremo. Poi si prospettano tre alternative: allearci con un produttore finale di elettrodomestici che voglia portare dentro al suo ciclo il compressore che produciamo qui; unirci con un produttore di compressori (i più forti oggi sono in Asia), per essere noi la capitale del fronte europeo di questo prodotto; per ultimo, potremmo provare a fare a Mel lavorazioni meccaniche diverse da quelle attuali. L’obiettivo finale, comunque, è di salvare i 650 posti di lavoro e pagare i debitori».

Che tempi si è dato per queste operazioni?

«Entro l’anno dovremo ripartire con la produzione e con il risanamento commerciale, poi avremo un anno e mezzo di tempo per accompagnare l’Acc fra i grandi compressoristi del mondo. Se supereremo il tornante del commerciale, ci salveremo».

Quale situazione finanziaria ha trovato in Acc?

«La situazione è molto difficile, e c’è un doppio effetto: da un lato l’azienda è in difficoltà economica-finanziaria; dall’altro è inserita in un contesto di crisi pesante dell’elettrodomestico. Sarà un’operazione difficile, da svolgere in condizioni straordinariamente ostili».

Nei mesi scorsi si è parlato di una cordata di fornitori intenzionati a rilevare l’Acc, che poi si è ritirata. È ancora possibile questa operazione?

«I fornitori hanno rinunciato per problemi di soldi, il loro tentativo è stato encomiabile, ma difficilmente riproducibile, perché manca la forza finanziaria per farlo».

Quali sono le prossime tappe?

«Venerdì incontrerò i sindaci del territorio, assieme a politici locali, consiglieri regionali e parlamentari. Entro il 28 luglio dovrò presentare il monitoraggio economico-finanziario al ministro Zanonato, consegnando il piano industriale in cui dirò se sarà possibile risanare l’azienda. Da quando il Mise approverà il piano, partiranno i due anni di amministrazione straordinaria. Tutti dovremo fare la nostra parte per superare il guado».

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