Cattedra e banchi addio, arriva "Scuola senza zaino"

Il nuovo modello didattico sarà proposto in alcune classi del comprensivo 2. Prevede il superamento della lezione frontale a favore del lavoro di gruppo

BELLUNO. Aule colorate, divanetti, morbidi cuscini. Addio ai classici banchi di legno: anche nelle scuole del capoluogo arriva il modello “Scuole senza zaino”. Una sperimentazione nata dieci anni fa in Toscana e che si sta espandendo rapidamente in tutta Italia.

Nel Bellunese è un’opportunità per gli studenti dell’istituto comprensivo di Longarone e Zoldo. Da settembre lo sarà anche per gli studenti dell’Ic 2 Tina Merlin.

Scuola senza zaino” sarà adottato da settembre nelle scuole dell’infanzia di Sopracroda e Mur di Cadola, nelle elementari di Quartier Cadore e di Cavarzano (scuole verdi) e in alcune classi prime delle medie Nievo.

In questo modo i genitori potranno scegliere, al momento dell’iscrizione, se far seguire al proprio figlio questo modello oppure se seguire un’educazione scolastica di tipo tradizionale.

La didattica di “Scuole senza zaino” è di matrice Montessoriana: viene data grande attenzione agli ambienti formativi, all’apprendimento personalizzato e autonomo degli alunni e alla didattica attiva.

Nelle aule sono previsti angoli per il relax, banchi a isola per il lavoro di gruppo, un arredamento con colori vivaci, angoli nei quali gli studenti possono usare liberamente i materiali didattici messi a disposizione dalla scuola nei tempi morti, per esempio mentre aspettano che i compagni finiscano un lavoro, per recuperare un compito non fatto, o per rinforzare abilità carenti.

«Il modello Senza zaino consente di personalizzare i percorsi, superando la lezione frontale e organizzando la classe in gruppi», spiega la dirigente dell’istituto comprensivo Bruna Codogno.

«Ma lascia spazio anche allo studio individuale e al potenziamento dei talenti. Il ministero dell’Istruzione sta proponendo questo modello come avanguardia educativa e abbiamo deciso di proporlo agli studenti delle nostre scuole».

Con il superamento della lezione frontale vengono di fatto abbandonati banchi e cattedre. L’insegnante inizia la lezione spiegando l’argomento del giorno in uno spazio chiamato agorà, mentre bambini e ragazzi ascoltano seduti su divanetti, cuscini.

Terminata la spiegazione inizia il lavoro in piccoli gruppi, stavolta seduti al banco ma posizionati ad isola.

«Gli studenti eseguono esercizi inerenti quello che è stato spiegato, ma possono anche rinforzare le loro carenze e potenziare i propri talenti personali», continua la dirigente.

«Inoltre tutto il materiale didattico viene fornito dalla scuola, grazie ad un contributo richiesto ai genitori all’inizio dell’anno». Gli studenti dovranno portare a casa solo la scheda o il libro che servirà loro per fare i compiti, se ne avranno.

Una metodologia didattica innovativa, dunque, che mira anche a responsabilizzare i bambini, a renderli autonomi, a potenziare il lavoro in gruppo, valorizzando il talento di ciascuno.

«Si tratta di una didattica attiva, in cui sono i bambini a lavorare, non solo gli insegnanti a trasmettere», conclude la Codogno.

I docenti dell’istituto comprensivo concluderanno entro giugno una specifica e impegnativa formazione, e a settembre saranno pronti ad accogliere con metodologie nuove e nuovi strumenti didattici gli alunni che frequenteranno le scuole del comprensivo 2.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi