Causa Olbi, il Comune cerca la soluzione
CORTINA. L'amministrazione comunale attiva le strategie per risolvere la controversi giudiziaria con la società Bigontina Srl. Domani pomeriggio in consiglio comunale verranno analizzate le quattro ipotesi che si possono adottare per evitare al Comune di pagare oltre 9 milioni di euro, chiesti dal ricorrente, come rimborso per non aver ottenuto la possibilità di edificare su un terreno in zona Bigontina. Le quattro soluzioni sono state analizzate in commissione preconsiliare.
La vicenda legale è datata. La società Bigontina Srl amministrata da Davide Alcione Setten (assistita dagli avvocati Mario Testa, Fabio Gava e Pier Vettor Grimani) ha presentato un ricorso al Tar in merito ad una vicenda che si trascina da decenni. Prima nel 2003 l’ingegner Gastone Olbi, ora deceduto, aveva fatto ricorso contro il piano regolatore per ottenere l’edificazione di un terreno di sua proprietà situato in località Bigontina. Ancora nel 1969 Olbi aveva richiesto di edificare un fabbricato destinato ad abitazione civile ottenendo nel 1976 il parere favorevole della commissione edilizia comunale. Poi ci furono vari cambi al piano regolatore e l'ultimo del 2003 confermò che l'area di Olbi dovesse essere verde e non edificabile. Da lì partirono una serie di ricorsi al Tar. Nel 2003 la giunta, guidata da Giacomo Giacobbi, decise di non difendersi e il privato vinse il ricorso al Tar nel 2006. Solo a quel punto venne dato un incarico all’avvocato Sergio Dal Prà per presentare ricorso presso il Consiglio di Stato, ma lo stesso venne respinto in quanto la memoria fu presentata oltre i termini massimi previsti per legge.
A quel punto, e siamo già al 2009, la nuova amministrazione Franceschi decise di tenere duro. Lo scorso anno la società Bigontina Srl ha richiesto l’edificazione o in alternativa un rimborso di ben 9.207.066 euro. L'amministrazione ha affidato l'incarico all'avvocato Alessandro Callegari che ha probabilmente trovato il modo di salvare le casse comunali.
«Il Consiglio di Stato», spiega l'assessore all'Edilizia e all'Urbanistica Stefano Verocai, «con l'ultima sentenza ha in sostanza dichiarato che il terreno in questione è edificabile. Ora sta al Comune dire in che termini. Le strade da intraprendere al Tar possono essere quattro. Una lasciare il terreno a prato, ma in quel caso si rischiava di dover pagare un rimborso non certo di 9 milioni di euro, ma anche se fossero 5 sarebbe una mazzata. La seconda, che ci sembra la più opportuna, prevede che l'area diventi zona a servizi, quindi potrà essere realizzato un chiosco a servizio della pista ciclabile, non una casa. La terza è attendere l'approvazione del Piano di assetto del territorio e fare un accordo pubblico-privato che passerà in consiglio comunale, ma i tempi non sono brevi E la quarta prevede l'utilizzo dei crediti edilizi, ma qui interverrebbe il problema che vorrebbero lo stesso trattamento i proprietari dei terreni limitrofi».
La Bigontina srl voleva costruire un edificio di tre piani, con le parti interrate, per un totale di sei unità abitative e relativi posti auto. La nuova costruzione vedrebbe 163 metri quadro a piano più 334 metri quadri interrati e dodici posti auto per un importo di 9.207.066 euro. Il Consiglio di Stato decretò che l'area doveva essere edificabile, ma non disse in che termini, se residenziale o commerciale. L'amministrazione punta a far sì che si possa far costruire un edificio commerciale, a servizio della ciclabile e non un condominio. Sarà poi il Tribunale a decidere.
Alessandra Segafreddo
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