Cava, gli indagati negano la mazzetta
ALPAGO. Tutti negano la tangente. Cioè il regalo di Natale a un fantomatico funzionario della Camera di Commercio. La Finanza garantisce che, nelle intercettazioni ambientali, si sente addirittura il fruscio dei 10 mila euro, mentre i cinque indagati sostengono sempre che non ci sia stata alcuna mazzetta, per abbassare i prezzi di estrazione dei materiali alla cava di Col delle Vi, a Farra d’Alpago.
Ezio De Pra, presidente del Consorzio Farra Sviluppo e socio della Fratelli De Pra; Fabrizio e Paolo Fassa, rispettivamente dirigente e legale rappresentante della Fassa di Spresiano e Alberto Nadalet e Antonella Losso, dipendenti della Confindustria e componenti del Tavolo tecnico della Camera di Commercio relativo alle tabelle sulle “Tendenze di mercato dei prezzi all’ingrosso in provincia di Belluno”, avevano già escluso questo passaggio di denaro, quando sono stati ascoltati dal procuratore Francesco Saverio Pavone e gli avvocati Maurizio Paniz e Carlo Broli rafforzano la loro difesa e puntano a cinque assoluzioni a indagini chiuse e richieste di rinvio a giudizio per corruzione in concorso, truffa e falso.
La procura ribatte di avere in mano carte importanti, dalle intercettazioni ambientali a quelle telefoniche, passando per un filmato girato da Maurizio Grigolin, il quarto imprenditore con interessi a Col delle Vi, che ha deciso di collaborare con la magistratura e ha incastrato gli altri: «Avevamo fotocopiato i soldi che doveva versare lui, per corrompere il capo ufficio Nadalet e l’impiegata Losso», rivela il procuratore Pavone, «la consegna della mazzetta è avvenuta all’esterno degli uffici del Consorzio e le ambientali ci rivelano che i soldi sono stati contati, prima di essere consegnati, oltre tutto c’è una telefonata di Paolo Fassa alla moglie, nella quale si capisce che il denaro è stato dato a De Pra».
Gli imprenditori avrebbero risparmiato sui 120 mila metri cubi di materiale all’anno e l’allora Comune di Farra ci avrebbe perso: «Che poi può anche darsi che i metri cubi siano stati di più, perché non c’è alcun controllo. Grigolin dichiara che De Pra gli disse che lui e Fassa dovevano tassarsi per 4 mila 500 euro ciascuno, in maniera da abbassare i prezzi. Secondo noi, l’imbroglio avviene al Tavolo tecnico e Nadalet è l’indagato chiave. Sia lui che la Losso si faranno togliere dallo stesso tavolo. Quanto a Fabrizio Fassa era senz’altro presente alla consegna e aveva sollecitato lo zio Paolo a ricordarsi del famoso regalo di Natale».
Il meccanismo è complicato e parte da una presunta indagine di mercato, che prevedeva la consultazione di almeno altre tre aziende: «Invece hanno preso per buono quello che ha detto De Pra. I prezzi sono calati del 60 per cento, dopo che la famosa ricerca sarebbe durata meno di 24 ore. Quello che non si sa è come siano stati divisi i soldi, ma il listino è cambiato ed è Losso a comunicarlo a De Pra via mail».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi