Cavalet: «Ho pagato io la multa»

Il comandante dei vigili di Lentiai spiega il rapporto con il maresciallo Fanigliulo

MEL-LENTIAI. «Ho agito così perché non avevo motivo di dubitare della parola di un collega e amico». Questa volta tocca a Fabio Cavalet, comandante della polizia locale di Lentiai, spiegare la sua versione dei fatti. Accusato di abuso d’ufficio e, in concorso con il maresciallo dei Carabinieri Cosimo Fanigliulo, di rifiuto e omissione d’atti d’ufficio e falsità ideologica e materiale, il comandante Cavalet si è presentato ieri in tribunale a Belluno dove si è svolta una nuova udienza del processo che lo vede imputato. Un procedimento lungo e piuttosto complesso che coinvolge, oltre a lui e al militare (al tempo comandante della stazione di Mel e oggi in servizio a Nervesa della Battaglia), anche il sindaco di Lentiai Armando Vello e i carabinieri Nicola Eramo e Giovanni Agricola. Tutto partì da una multa per eccesso di velocità: l’auto di Fanigliulo fu “pizzicata” a Lentiai ma a tirare fuori il bancomat per pagare la sanzione fu Cavalet. Perché? Una storia ricostruita punto per punto durante la deposizione dell’imputato, preceduta dalle testimonianze per la difesa del viceprefetto Carlo De Rogatis e del comandante provinciale dei Carabinieri Giorgio Sulpizi.

«Tutto ha origine dalla multa del 18 settembre 2013» spiega Cavalet, «quando mi mostrano i fotogrammi delle auto riconosco quella di Fanigliulo perché i rapporti di lavoro sono frequenti e inoltre abbiamo un rapporto di amicizia. In alcune occasioni ho guidato anch’io quella macchina». Stando a quanto dichiarato da Cavalet, infatti, l’obiettivo era testarla prima dell’acquisto. Il comandante dei vigili opta per la notifica diretta della multa al maresciallo perché «conoscendolo non avrebbe gradito la notifica in caserma». Ma quando viene a sapere della sanzione, Fanigliulo espone dei dubbi su chi quel giorno guidasse l’auto, se lui o Cavalet. «Prendendo atto del fatto che potevo essere io alla guida e non dubitando della parola di Fanigliulo» spiega Cavalet, «vado a Lentiai e pago con il bancomat la multa di 168 euro. Inoltre compilo il modello ministeriale conformemente alla normativa. Consegno a Fanigliulo la ricevuta del pagamento, attribuendomi la responsabilità della violazione».

Soldi che il maresciallo, sentito a gennaio come imputato, aveva dichiarato di aver restituito in un momento successivo a Cavalet. Una matassa che dovranno districare i giudici: la prossima udienza, fissata per il 12 aprile, vedrà gli ultimi testimoni della difesa e la discussione. Probabile il rinvio per repliche. (v.v.)

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