Cavo tranciato in Agordino, disagi in tutta la valle

A causa dei lavori sulla frana di Digonera. Uffici postali, sportelli bancomat, pagamenti con Pos e trasmissione ricette ko

AGORDINO. Per quasi un giorno la conca agordina è rimasta isolata: niente telefoni e internet. Durante i lavori di sistemazione della frana di Digonera nel comune di Rocca Pietore, infatti, i tecnici inavvertitamente hanno tranciato il cavo in fibra ottica della Tim, causando il blocco del segnale Internet. Quasi subito è partito l’allarme e sul posto già venerdì intorno alle 14 c’erano i tecnici della Tim per la riparazione, che è terminata nel primo pomeriggio di ieri, poco dopo mezzogiorno.

«I tecnici, dopo aver trovato il cavo, hanno realizzato una sorta di bypass che da sotto la frana è arrivata in cima, permettendo così il ripristino della linea», spiega Leandro Grones, sindaco di Livinallongo.

I disagi, pesanti, non sono mancati. Attività commerciali e turistiche come alberghi e ristoranti, farmacie, enti pubblici, banche, Poste e privati cittadini sono rimasti “scollegati” per 24 ore. Per qualcuno di loro la situazione si è complicata perché fuori uso sono rimasti anche i cellulari e i telefoni fissi. Anche l’ospedale di Agordo ha avuto qualche problema: il telefono del centralino non funzionava e si è dovuti ricorrere ad un’altra linea alternativa per far ripartire il collegamento. Da Agordo a Cencenighe, da Vallada Agordina a Rivamonte, da Rocca Pietore a Livinallongo passando per Voltago e Alleghe, solo per nominare alcuni dei comuni interessati, in un secondo tutto si è bloccato. E migliaia di persone sono rimaste tagliate fuori. Le uniche esenti sono state le utenze non abbonate con Tim.

Le attività economiche. «Il problema maggiore lo abbiamo riscontrato con i pagamenti Pos», racconta Walter De Cassan, presidente di Federalberghi, «mancando la linea Internet non andava nulla e così molti clienti, pronti per partire, se ne sono andati senza pagare», lasciando in alcuni casi il numero della carta di credito, in altri casi staccando un assegno, in altri ancora lasciando la promessa di pagamento. «È un vero disastro, senza contare che poi», dice ancora De Cassan, «molti dei nostri ospiti si sono lamentati per un giorno intero sulla mancanza di collegamento. Ed oggi sappiamo tutti cosa significa non poter navigare sul web».

A soffrire di questa situazione anche le farmacie la cui attività è stata semi bloccata. Ad Arabba, l’omonima farmacia rileva che «dal primo pomeriggio di venerdì non funzionava nulla, non solo non potevamo prendere pagamenti col Pos, ma nemmeno fare ordini al magazzino tramite telefono fisso perché era fuori uso, e anche la lettura dei codici fiscali del tesserini sanitari non funzionava. Speriamo che ora possano essere recuperati». Problemi anche in quella di Caviola di Falcade. «Visto che non si poteva accedere al sistema elettronico, abbiamo fatto alla vecchia maniera registrando le ricette a mano, poi quando ritornerà il collegamento dovremo reinviare tutto al sistema». Stampare le famose ricette bianche dematerializzate è stata un’impresa anche per i medici di medicina generale, che hanno dovuto ricorrere ai sistemi di un tempo.

Disagi ai distributori di carburante dove i gestori si sono ritrovati in difficoltà perché i Pos erano ko e molti pagamenti non sono stati posticipati.

Anche l’ufficio postale di Livinallongo è rimasto praticamente chiuso da venerdì pomeriggio, anche se dentro l’operatrice era presente, in fremente attesa che il disservizio cessasse. Un cartello all’esterno annunciava, ancora ieri mattina, che non era operativo e di recarsi in quello di Arabba.

Le utenze private sono rimaste silenziose per un giorno. I telefoni fissi abbonati a Tim risultavano sempre occupati. Soltanto chi aveva attivato un abbonamento con altri gestori, seppur lentamente è riuscito a comunicare.

Gli amministratori. «Le attività commerciali hanno mancato i guadagni», commentano gran parte dei sindaci dei comuni interessati dalla criticità. «Anche il municipio è rimasto isolato», conferma William Faè primo cittadino di Cencenighe. «Siamo stati presi d’assalto dai turisti che chiedevano il perché di questa situazione». «Il disagio è stato importante», dice Giocondo Dalle Feste, sindaco di Gosaldo, «la questione è che tutti noi chiediamo la fibra ottica e poi basta un nulla per rimanere in panne. Noi siamo rimasti tranquilli», prosegue Dalle Feste, «perché il clima è buono e c’è il sole. Ma se fosse venuto un temporale e ci fosse stata un’emergenza come avremo fatto?».

«Si tratta dell’ennesimo disagio che subiamo in questa provincia. Certo non è voluto nè intenzionale, ma tra neve che trancia i cavi elettrici, temporali che fanno scendere le frane, è evidente quali siano le tante debolezze di questo territorio. Il problema è che tutta la connessione dati è legata ad un’ unica linea e quindi se salta, mezza provincia è out».

«Bisognerebbe trovare dei sistemi», commenta anche il primo cittadino di San Tomaso Agordino, Moreno De Val, «di bypass alternativi anche per le telecomunicazioni, così come sta cercando di fare Enel per evitare le criticità degli inverni scorsi».

Paola Dall’Anese

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