C’è attesa per il rinnovo della convenzione

Il presidente Selenati attende il via libera della Regione. Acquistata la sede di via dell’Artigianato

BELLUNO. Un protocollo con la Guardia di finanza, la collaborazione ormai consolidata con Suem e colleghi di altri enti. Intanto si attende il rinnovo delle convenzioni con la Regione. Il Soccorso alpino guarda avanti e investe.

Giovedì è stato firmato il rogito dal notaio per l’acquisto della sede in via dell’Artigianato, che il Cnsas occupa pagando un affitto: «Abbiamo fatto qualche conto e verificato che era conveniente fare un mutuo», ha spiegato il presidente regionale del Soccorso alpino Rodolfo Selenati. Sono stati comprati il locale per l’ufficio ma anche uno spazio per il magazzino.

Nel frattempo il Cnsas è in attesa del rinnovo delle convenzioni con la Regione. «Siamo volontari, viviamo su queste e speriamo che l’iter si concluda in fretta», ha continuato Selenati. «Abbiamo necessità di pianificare la nostra attività».

Il Soccorso alpino collabora con numerosi enti. Storica l’intesa con il Suem, partita ancora nel 1988 grazie all’intuizione e alla caparbietà di Angelo Costola: «Una simbiosi ormai consolidata, che porta i suoi frutti», ha ricordato Selenati. Ma sono importanti anche le collaborazioni con la Forestale e la Guardia di finanza: con quest’ultimo ente sarà firmato a breve un protocollo operativo a livello regionale.

Il Soccorso alpino arriva là dove il personale medico non può. Le competenze che hanno i volontari sono preziose negli interventi in ambiente impervio: «Il ruolo del volontariato nel sistema del 118 è molto importante», ha spiegato ieri il dottor Rosi, medico all’Usl 1. «Il personale del Soccorso alpino opera su livelli molto professionali ed è altamente specializzato. È l’unica struttura cui possiamo delegare certe operazioni di soccorso, sapendo di poter contare su un servizio di assoluta qualità».

E il Cnsas dedica alla formazione il trenta per cento delle sue risorse. L’anno scorso sono stati organizzati 1.564 eventi di formazione, che hanno avuto complessivamente 13.059 presenze: significa che ogni volontario delle 29 stazioni del Cnsas veneto ha partecipato, in media, a nove giornate di formazione.

«Noi siamo alpinisti, abbiamo le competenze per operare in ambiente impervio», ha ricordato Barattin, «ma d’ora in avanti cureremo sempre più l’aspetto sanitario. Non siamo infermieri, ma interveniamo nel soccorso a persone spesso ferite, cercando di fare del nostro meglio». (a.f.)

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi