C’è “Merito”, il drone bellunese che cattura la realtà
SANTA GIUSTINA. Un sistema unico per riprodurre la realtà, e soprattutto misurarla. «Merito», il progetto messo a punto dalla Zeta Esse di Santa Giustina, ha ottenuto il massimo punteggio al bando di finanziamento di Veneto Innovazione nel 2010, è testato ormai da un anno ed è pronto per una miriade di applicazioni, grazie al suo drone che consente di ricostruire la realtà.
«Merito è l'acronimo di Micro Elicottero per i Rilievi Topografici – spiega il suo ideatore Daniele Olivotto, presidente della cooperativa Zeta Esse – ed è un sistema composto da un drone, costituito da un micro elicottero esarotore in grado di trasportare una camera digitale, per effettuare foto aeree che possano essere restituite cartograficamente con metodi fotogrammetrici».
Traducendo dal linguaggio tecnico, questo piccolo apparecchio riesce a riprodurre la realtà, mettendo insieme la precisione e la qualità del rilievo topografico e la facilità di ripresa delle fotografie aeree.
Ma a cosa serve in concreto?
«I campi di applicazione di questo sistema sono innanzitutto legati alla progettazione. In mezza giornata di lavoro Merito è in grado di riprendere una superficie diverse volte maggiore di quella rilevabile in un giorno da una squadra di topografi. Inoltre, non c’è il rischio di tralasciare qualche particolare potrebbe costringere a tornare in loco per recuperarlo; quanto è presente viene fotografato ed è riproducibile in qualsiasi momento».
Chi sono i vostri potenziali clienti?
«Progettisti, gestori di impianti a rete, gestori di servizi pubblici, la Protezione civile, urbanisti, Sovrintendenze ai beni ambientali, architettonici ed archeologici, Autorità di bacino idraulico, il Genio civile. Committenti pubblici e privati che hanno bisogno di effettuare lavori con ben definiti valori di precisione».
Perché questo piccolo drone è un unicum?
«Perché consente, attraverso la miriade di informazioni che raccoglie, di 'ricostruire' la realtà mettendo a disposizione l’ortofoto, ovvero un mosaico di foto ortorettificate sulle quali, ad esempio, è possibile prendere delle misure corrette come se si trattasse di una carta topografica. Non solo, è anche uno strumento molto efficace per verificare lo stato di avanzamento dei lavori, perché il suo volo programmato è ripetibile e quindi è possibile calcolare immediatamente i volumi movimentati, ad esempio nelle cave. Tutte le informazioni risiedono nelle foto che vengono archiviate: tra dieci giorni o dieci anni quelle foto saranno ancora consultabili e nel nostro database topografico sarà possibile tener conto di un dettaglio che, alla prima stesura, poteva anche essere sembrato irrilevante».
Che tipi di rilievi può effettuare?
«Merito è ideale per fare rilievi in aree medio piccole (da 0,1 a 100 ettari) ad alta intensità di contenuti e/o di difficile accesso. Consente di realizzare un rilievo immediato ed una restituzione successiva di un prodotto cartografico, ma meglio sarebbe definirlo un geo-database tridimensionale, con un'ottima precisione e la massima ricchezza di dettagli, su ogni terreno».
Qual è il prodotto finito?
«Una rappresentazione tridimensionale del terreno, con tutti i dettagli, su cui è possibile poi 'poggiare' un'ortofotocarta, anch’essa tridimensionale, in grado di dare un’effettiva immagine 'a volo d’uccello' dei luoghi da analizzare. Il procedimento è lo stesso che si segue per le foto aeree, ma il dettaglio è molto maggiore data la bassa quota di volo, qualche decina di metri, contro diverse centinaia».
Oltre al maggior dettaglio, il vantaggio è che non esistono lunghi tempi d’attesa dovuti a rotte da rispettare o alla situazione meteo, si può scegliere in qualunque momento la quota da cui effettuare le riprese (che possono essere verticali o orizzontali) da 10 a 150 metri. Il piano di volo, dopo essere stato definito precisamente partendo da una carta tecnica, viene caricato su un software specifico. Il volo manuale è gestito dall’operatore, tramite un radiocomando dotato di due stick che permettono il controllo completo del velivolo. Il pilota è Mirco Tarcon, «che è anche topografo e cartografo e con queste sue molteplici competenze ha saputo dare gambe all'idea».
Lui ha il compito di portare Merito a quota di sicurezza per poi avviare il volo autonomo, ed è in continuo contatto con l’assistente, che verifica costantemente i parametri del velivolo tramite tablet PC collegato al drone e ne segnala eventuali anomalie. «L’autonomia è variabile in funzione del peso e delle modalità d’uso, si è constatato che in assetto di volo fotogrammetrico, quindi con culla e camera digitale, a velocità lenta (5-8 m/sec) il drone può rimanere in volo circa 15 minuti».
E catturare tantissime informazioni che poi Zeta Esse, una cooperativa che ha 16 anni di esperienza nel settore della cartografia ed è formata da una decina di tecnici, provvede ad elaborare ed a rendere rapidamente fruibili per le esigenze dei suoi clienti.
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