C’è preoccupazione anche tra i dipendenti della mensa aziendale

MELIl dramma dei 90 licenziamenti alla Wanbao Acc di Mel coinvolge indirettamente anche altri lavoratori. Persone che a oggi nessuno dei sindacati aveva considerato, ma che ogni giorno sono presenti...

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Il dramma dei 90 licenziamenti alla Wanbao Acc di Mel coinvolge indirettamente anche altri lavoratori. Persone che a oggi nessuno dei sindacati aveva considerato, ma che ogni giorno sono presenti in fabbrica, svolgendo un’opera importante. Si tratta dei dipendenti della società Felsinea, che gestisce, grazie a un appalto, la mensa dello stabilimento dell’ex Acc di Mel.

Anche loro, seppur in silenzio e al riparo dai riflettori mediatici, rischiano qualche riduzione. La loro vita lavorativa, infatti, è legata a doppio mandato con quella dei dipendenti della fabbrica metalmeccanica. E anche per loro la paura e l’angoscia, in queste ore, sono alte.

All’uscita del turno, i lavoratori della mensa hanno lo stesso volto contratto, preoccupato e angosciato dei loro colleghi metalmeccanici. Passano inosservati, con le loro buste di plastica che contengono i grembiuli con cui lavorano alla mensa. «Siamo molto preoccupati», dice qualcuno di loro, «nessuno finora ci ha detto che cosa succederà alla mensa».

A oggi, sono circa 160 i dipendenti che in vari momenti della giornata frequentano i locali del refettorio della Wanbao. «Se tra i 90 che saranno licenziati, ci saranno molti di quelli che vengono a mangiare da noi, si capisce che la mole di lavoro per la nostra attività diminuirà drasticamente». E quindi anche per i quattro addetti della Felsinea che ogni giorno curano il menù si creeranno dei problemi. «Temiamo anche noi per il nostro posto di lavoro», dicono i lavoratori.

Già venerdì, con la decisione improvvisa dei dipendenti della fabbrica cinese di indire uno sciopero di un’ora alla fine di ogni turno, «abbiamo perso quasi una quarantina di persone e abbiamo dovuto buttare via tutto il cibo che avevamo preparato per il numero che solitamente ci attendiamo di avere in una giornata come quella del venerdì. A noi nessuno dice nulla. Abbiamo provato a chiedere cosa sarà di noi, ma nessuno proferisce parola».

Certo i numeri non sono quelli elevati dei lavoratori dell’ex Acc, ma si tratta pur sempre di famiglie che resteranno in difficoltà. E si sa quanto sia difficile oggi trovare un impiego adatto a chi ha figli e anche anziani da mantenere e curare.

La situazione, come è evidente, non è meno grave rispetto ai loro colleghi impiegati nel lavoro in fabbrica. Colleghi che a giorni riceveranno la lettera di licenziamento, segnando un altro dramma in provincia. —

P.D.A.

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