C’è Shin Dong-Huyk un simbolo di libertà
TRICHIANA. Shin Dong-Huyk a Trichiana. Per raccontare la sua storia e per parlare del senso della libertà, nei giorni in cui in Italia si celebrano i 70 anni della Liberazione. L’unica persona nata in un campo di prigionia nordcoreano e che da quest’ultimo sia riuscita a scappare sarà protagonista questa sera dell’incontro che si terrà in sala San Felice, alle 20.30.
L’appuntamento con il 32enne ambasciatore dell’Onu per i diritti umani sarà l’occasione per conoscere la sua odissea, raccontata nel libro “Fuga dal Campo 14”, diventato un best seller in 29 Paesi, scritto con il giornalista americano Blaine Harden e pubblicato in Italia da Codice edizioni. La Corea del Nord è un grosso “buco nero”, che separa le macchie luminose della Cina e della Corea del Sud nelle immagini notturne scattate dai satelliti. Un paese che sembrava essere di scarso interesse per i lettori italiani, ma in quattro mesi la traduzione di “Escape from Camp 14” ha venduto più di 20 mila copie. Nel libro, Harden sostiene che secondo i dati forniti dal Governo sudcoreano, dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e da vari gruppi per i diritti umanitari, in Corea del Nord tra le 150 e le 200 mila persone vivono ancora in condizione di schiavitù.
I campi di prigionia sarebbero sei, il più grande occupa una superficie più estesa della città di Los Angeles, quasi tutti sono circondati da recinzioni ad alta tensione pattugliate da uomini armati e interrotte da torri di guardia. Due sono campi di rieducazione i cui gli ospiti possono sperare, un giorno, di essere rilasciati per buona condotta. Gli altri quattro sono campi a regime duro, in cui i prigionieri considerati irrecuperabili sono sfruttati, come manodopera, fino alla morte.
Shin Dong-Hyuk è l’unica persona al mondo a essere riuscita a scappare dall’orrore, da quel Campo 14 che, a quanto si sa, è tra i più duri di tutti.
Era il 2 gennaio del 2005. A distanza di 10 anni, se il mondo conosce cosa accade davvero in quelle strutture che ricordano i campi di sterminio nazisti o i gulag sovietici, lo si deve anche a questo ragazzo, nato nel 1982, dallo sguardo gentile, dal corpo segnato da torture disumane, dall’animo provato da esperienze terribili. Come l’esecuzione della madre e del fratello, davanti ai suoi occhi di bambino. Un bambino per il quale, per troppo tempo, i momenti più sereni hanno coinciso con la sensazione di avere la pancia piena. Di ratti, rane, serpenti e insetti. Di questo si cibava per sopravvivere nel campo di prigionia della Nord Corea, in cui è nato e dove ha vissuto per 22 anni, prima di fuggire. La sua fuga fu pensata dopo aver conosciuto un prigioniero politico di 40 anni, di nome Park. Prima di allora Shin non aveva mai nemmeno pensato che potesse esistere una realtà diversa da quella del campo. Le storie del compagno fanno nascere in lui, per la prima volta, il desiderio di scappare.
«Avere ospite a Trichiana una personalità come Shin Dong-Huyk è sicuramente un grande privilegio», sottolinea Elisa Danieli, assessore comunale alla cultura, «anche perché questa è la sua prima e unica uscita pubblica in Veneto».
Almeno secondo il programma ufficiale. «Mi aspetto che Shin dong Huyk sia ricevuto a Palazzo Ferro-Fini: il fortissimo senso dei diritti civili che il consiglio regionale del Veneto rappresenta ci obbliga moralmente ad accoglierlo nella nostra sede, che è la casa di tutti i veneti», la richiesta di Matteo Toscani, vice presidente del consiglio regionale, che ha manifestato nei giorni scorsi l’intenzione di invitare il giovane nord-coreano a un incontro nella sede regionale.
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