C’è un pontalpino nell’olimpo della chirurgia senza bisturi
PONTE NELLE ALPI. Un chirurgo pontalpino nell’equipe che a Padova è intervenuta per togliere un tumore su un paziente, senza interventi invasivi. È il dottor Renato Salvador, originario di Soccher, che ha collaborato all’intervento chirurgico riuscito.
La chirurgia, il ramo della medicina che usa interventi manuali e strumentali per curare le malattie, oggi utilizza tecnologie e metodiche sempre più sofisticate. E a Padova questa specialità ha raggiunto da tempo livelli d'eccellenza.
L’equipe chirurgica in questione era coordinata dal professor Lino Polese, con la collaborazione del dottor Renato Salvador, della Clinica chirurgica 3 dell’Azienda ospedaliera - Università di Padova, diretta dal professor Stefano Merigliano: la squadra, senza aprire il torace del paziente, senza necessità quindi di effettuare incisioni esterne, entrando esclusivamente dall’oro-faringe con l’endoscopio, ha utilizzato la nuova tecnica Ster (Submucosal Tunneling Endoscopic Resection).
A subire l'intervento è stato un uomo di 68 anni, gravato da un tumore esofageo benigno di cinque centimetri che gli impediva di alimentarsi.
L’endoscopio flessibile con telecamera teleguidata, ha permesso al primo operatore di praticare un’incisione interna di solo un centimetro sulla mucosa dell’esofago. Il professor Polese ha quindi proceduto a scavare un tunnel lungo la parete dell’esofago fino a raggiungere il tumore. La massa, così raggiunta in profondità, è stata isolata dal tessuto circostante, catturata in una retina ed estratta completamente in sole quattro ore.
«L’operazione non invasiva e senza ferite chirurgiche», sottolinea Salvador, «ha permesso al paziente di essere dimesso in breve tempo e di tornare ad alimentarsi nuovamente, senza più difficoltà, dopo soli quattro giorni di degenza.
Il medico pontalpino si è specializzato in Chirurgia generale nella Clinica chirurgica 1 al Policlinico Universitario di Padova.
Singolare la sua carriera medica: «Dopo essermi diplomato all'Istituto tecnico industriale Girolamo Segato di Belluno nel 1998, mi sono iscritto a Medicina a Padova, laureandomi nel 2005».
«Dopo», ricorda Salvador, «ho iniziato la specializzazione. La mia attenzione si è incentrata sull'acalasia, che è studiata con la “manometria ad alta risoluzione”: un'evoluta apparecchiatura che utilizzai per la prima volta a Padova».
«Avevo effettuato», ricorda Salvador, «una esperienza di un anno all'University di Rochester di New York (uno dei migliori centri per la patologia dell'esofago negli Usa) e poi sono ritornato in Italia con un bagaglio di esperienze in più».
L'interesse di Renato Salvador è rivolto prevalentemente all'acalasia esofageale: una rara affezione caratterizzata da difficoltà di deglutire cibi solidi o liquidi, dolore toracico e rigurgito alimentare. Dopo aver concluso la specializzazione, Salvador si è trovato ad un bivio: andare negli Stati Uniti (dove gli facevano ponti d'oro) o restare in Italia? Renato Salvador non ci pensò due volte e decise di restare in Italia.
L'attività professionale porta il medico a partecipare a convegni e a congressi che si tengono in Italia e nel mondo, oltre che a pubblicare articoli sulle sue esperienze su qualificate riviste del settore.
Ma quando gli impegni di lavoro lo permettono, non dmentica la sua terra natia: torna spesso a Soccher per trovare i propri genitori e la sorella, ma anche per coltivare la sua passione per le bocce: è l’allenatore della squadra di Bocce Dolada, di cui il papà Giorgio è l'appassionato presidente.
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