Ceccato si prende le colpe e va agli arresti domiciliari

L’avvocato che spacciava banconote da 50 taroccate per il resto chiude la bocca I carabinieri cercano intanto di capire se in giro sono stati spesi altri soldi fasulli

CORTINA. Banconote da 50 false: l’avvocato ha ammesso le proprie responsabilità e, per il resto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’arresto è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari Vincenzo Sgubbi, ma al 63enne miranese Florindo Ceccato del Foro di Venezia sono stati concessi gli arresti domiciliari. È a casa, e da lì non può muoversi. Ha la possibilità di parlare solo con i suoi familiari e il difensore. Il legale con lo studio a Spinea, oltre che giudice di pace per il circondario di Padova, è incensurato e il suo collega di fiducia Andrea Faraon, che lo difende, ha puntato anche sui suoi problemi di salute.

Il procuratore Francesco Saverio Pavone e il sostituto Paolo Sartorello non erano d’accordo con la scarcerazione: certo l’indagato dev’essere stato provato dopo le notti a Baldenich, con l’accusa di detenzione di banconote false e spendita illecita.

Non poteva certo negare i soldi fasulli che prima i carabinieri di Cortina e poi quelli del suo paese gli hanno trovato nel portafoglio e sotto il tappetino della macchina (1200 euro), all’uscita del bar La Stua di Valle di Cadore e nel suo studio di via Roma (10 mila 450), insieme a valori bollati per decine di migliaia di lire, alcuni timbri dei tribunali della regione, che non dovevano essere lì, e 10 mila euro validi in contanti.

Gli inquirenti avevano parecchie domande da fargli: chi lo ha rifornito, dove venivano stampate queste copie con lo stesso numero di serie S-20175422632, da quanto tempo stava andando avanti questa spendita illecita e se Ceccato sia stato l’unico ad aver smerciato quelle banconote taroccate, sul territorio bellunese, dove presumeva di farla franca, approfittando della bonarietà della gente di montagna e del fatto che nessuno lo conosceva. Mentre l’uomo della strada si chiede come faccia un avvocato di successo, che è stato anche candidato sindaco di Mirano, a mettersi nei guai in questa maniera: ma questa non è materia delle indagini.

I carabinieri della Compagnia di Cortina stanno proseguendo le indagini, per capire quanti soldi falsi siano stati spesi nelle vallate della provincia. I casi già accertati sarebbero una trentina, compresi quelli del negozio di alimentari di Cencenighe, dell’albergo di Rocca Pietore e del bar di Valle di Cadore; ma è partita una richiesta alla Banca d’Italia, affinché faccia una verifica il più possibile precisa sulle segnalazioni pervenute e sui controlli già perfezionati. Le situazioni illegali potrebbero essere anche di più.

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