Ceis, morte per edema polmonare
BELLUNO. Un edema polmonare siè portato via Filippo Sgarbossa, il 29enne di Castelfranco Veneto trovato morto venerdì nella comunità terapeutica Fonte Viva, gestita dal Ceis a Crede di Cet.
La causa è stata evidenziata dall’autopsia eseguita ieri a Belluno sul corpo del giovane dal medico legale incaricato dalla Procura, Antonello Cirnelli.
Si esclude ogni ipotesi di morte violenta, anche se per saperne di più bisognerà attendere il deposito in Procura degli atti, previsto tra due mesi.
Da quanto trapela sarebbero stati eseguiti anche dei prelievi istologici e tossicologici, i cui esiti si conosceranno tra qualche settimana.
Il sostituto procuratore Marco Faion, che conduce le indagini, conferma che resta aperto un procedimento sulla cui ipotesi di reato vige ancora il massimo riserbo.
Le indagini, infatti, dovranno anche chiarire se ci sia la responsabilità di qualche soggetto in questa vicenda; nelle prossime settimane potremmo trovare qualcuno iscritto nel registro degli indagati.
E sempre nelle prossime ore dovrebbe arrivare anche il nulla osta dalla Procura alla consegna del corpo del giovane ai familiari, che così potranno celebrare i funerali del loro caro.
Molti, tra amici e parenti in questi giorni hanno seguito con ansia e dolore l’evolversi di questa vicenda.
Sgarbossa era stato trovato privo di vita venerdì mattina da un operatore della comunità; la guardia medica, arrivata sul posto, non aveva potuto fare altro che constatarne il decesso. A quanto si sa, neppure il compagno di stanza si era accorto di nulla, perché stava dormendo.
Il giovane trevigiano era ospite della comunità bellunese gestita da don Gigetto De Bortoli solo da poche settimane e stava seguendo un programma terapeutico, che l’avrebbe dovuto restituire alla fine alla famiglia.
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