Cene e notti a scrocco: coppia in tribunale

Girava voce che avessero avuto lo sfratto ma erano ben vestiti, non hanno pagato in cinque posti
BELLUNO. Cene e camere a sbafo. Girava voce che fossero stati sfrattati, ad ogni modo non sembravano per niente poveri e vestivano in maniera assolutamente dignitosa. Nessuno poteva sospettare a priori di loro, quando si sedevano a tavola oppure prenotavano una stanza. Ristoratori e albergatori si fidavano di Ettore Maria Sabetta e Manuela Gastaldo, salvo poi ritrovarsi con uno scontrino fiscale non pagato. I due sono finiti a processo per l’ipotesi di reato d’insolvenza fraudolenta e il procedimento è cominciato ieri mattina con una battuta d’arresto, perché manca la notifica a uno dei due imputati.


Il giudice Coniglio non ha potuto che rinviare. Presenti due parti offese su cinque, che non si sono ancora costituite parte civile, ma sono ancora in tempo per farlo e chiedere un risarcimento danni. Intanto, è possibile ricostruire gli episodi contestati. Il 5 aprile si rivolgono alla struttura per ferie del Centro Giovanni XXIII, dove rimangono fino al 9. Dovrebbero pagare 235 euro, ma dicono di avere il bancomat bloccato e che sarebbero ripassati a pagare. Più visti. Il 27 aprile scelgono un bed and breakfast nella zona del palasport e ci rimangono per dieci giorni. Accumulano un conto da 600 euro, ma la carta è sempre bloccata e se ne vanno, senza tornare a saldare. A metà maggio, si rivolgono a una struttura analoga e ci rimangono per più di dieci giorni, dopo di che non pagano 840 euro, con la scusa del conto bloccato e si allontanano clandestinamente.


Dopo i pernottamenti, comincia la fame: il 16 luglio entrano in un ristorante di piazzale della Resistenza e cenano per un importo di 20 euro, senza però passare regolarmente per la cassa. Cinque o sei giorni dopo, fanno poche centinaia di metri, arrivano in via Vittorio Veneto e consumano per 26 euro, anche in questo caso senza pagare il dovuto. C’è chi ha sofferto un danno significativo e chi non ha molto da recuperare, ma nessuno si è ancora costituito parte civile, appunto, malgrado sia passato diverso tempo dai fatti.


Gli imputati sono difesi dagli avvocati Perco e Pison, ma uno dei due non ha ricevuto la prevista notifica per il processo e bisogna avvertirlo. L’udienza è slittata di conseguenza alle prossime settimane.


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