Centofanti va ad operare in Calabria
L’ex primario del Codivilla Putti, specialista in infezioni ossee: «La scelta di chiudere risulta incomprensibile»
CORTINA. Dal Codivilla Putti di Cortina d’Ampezzo al Marrelli Hospital di Crotone. Il professor Francesco Centofanti, ex primario all’ospedale Codivilla Putti, specializzato nella cura delle infezioni ossee, migra al sud, in Calabria, al Marrelli Hospital di Crotone. Da qui potrà continuare a seguire i suoi pazienti affetti da osteomielite, che si sono visti di punto in bianco, tre mesi fa, spodestati del loro centro di riferimento. Assieme ai dottori Roberto Orani e Mauro Ciotti, Centofanti ha contribuito a fare del Putti un centro di eccellenza a livello europeo nella cura delle infezioni osseo articolari.
«Quello che più mi rattrista è che qui a Cortina il Putti, conosciuto in tutta Europa per anni di cure contro le osteomieliti, è stato chiuso, mentre in altre regioni d’Italia si stanno attivando per creare dei reparti dove curare questo tipo di infezioni, che oramai sono in crescita esponenziale. Mi hanno chiamato anche da Ferrara, dalla Puglia, dalla Sicilia, interessati a questo tipo di patologie. A Cortina, dove si eccelleva per le cure dell’osteomielite, invece si è preferito chiudere. Perché? Non riesco veramente a capire il motivo».
Secondo i dati forniti dallo stesso Centofanti, l’osteomielite è «una malattia in crescita, di pari passo con l’aumento delle operazioni legate allo scheletro. In Italia si fanno circa 200 mila protesi all’anno; almeno il 2% di queste protesi sono infette, ma spesso sono di più. E poi c’è il resto: ad esempio, nei casi di fratture esposte, il 30% si infettano».
Lo svuotamento e la chiusura del Putti è avvenuta esattamente tre mesi fa, il 29 aprile scorso. Da allora, gli osteomielitici possono rivolgersi al Codivilla solamente per continuare la terapia delle infiltrazioni, mentre per operazioni più importanti che riguardano le infezioni ossee devono rivolgersi all’ospedale di Belluno.
Il prof. Centofanti non è stato ricontattato dalla nuova gestione, mentre lo sono stati i suoi due stretti collaboratori, Ciotti e Orani. Questi, tuttavia, si sono dimessi, in quanto privi di pazienti da curare. Ciotti ha dato pure la sua disponibilità a Centofanti di collaborare presso la clinica di Crotone.
«Non dimentichiamo che la gente veniva qui perché c’era il Putti, non per l’ortopedia: quella la può trovare ovunque», spiega Centofanti. Effettivamente, dopo la chiusura del Putti e la riapertura del Codivilla sotto la gestione Usl – Oras, avvenuta te mesi fa, la situazione è critica: nonostante molti solleciti da parte di enti istituzionali e di comitati locali, il Punto di primo intervento, di tipo B, gestito dalla Usl 1 Dolomiti, sta creando non pochi problemi, poiché i medici ortopedici interni, ora dipendenti Oras, non possono accedervi e fare delle prestazioni.
Quindi se qualcuno si rompe un braccio o un menisco, viene trasportato direttamente a Belluno, e lì operato. Questa situazione, oltre a provocare un notevole disagio ai cittadini, si riflette anche sull’attività dei ricoveri e della sala operatoria, perché dal Ppi, con la gestione attuale, non arrivano pazienti. Al momento, la situazione dell’attività ospedaliera è preoccupante, poiché le degenze sono scarse. Si sta attendendo con trepidazione il ripristino del Ppi attraverso una convenzione tra Usl e Oras, per ritornare a come era precedentemente gestito dalla Giomi, vale a dire con i medici interni, ora dipendenti dell’Oras, che possano accedervi e fare delle prestazioni, senza dover essere necessariamente trasportati a Belluno anche solamente per un gesso.
Marina Menardi
Argomenti:caso codivilla
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