Centrale a Praloran Limana affila le armi «anche azioni legali»
LIMANA. «Bisognava intervenire prima». Il consigliere di minoranza di Limana Renata Dal Farra esprime grande preoccupazione in merito al tema centraline idroelettriche.
La ditta Reggelbergbau di Nova Ponente ha presentato richiesta di derivazione idroelettrica sul Piave in tre territori bellunesi: Belluno (sotto il Ponte della Vittoria), Ponte nelle Alpi (località Santa Caterina) e Limana (nella zona di Praloran).
«Sono contenta che tutti e tre i Comuni siano contro quello che rappresenterebbe uno scempio ambientale», sottolinea la Dal Farra. «Però sono intervenuti tardi, quando invece bisognava partecipare mesi fa all’avviso pubblico della Regione Veneto. Già allora i Comuni potevano dire la loro. E se non ritenevano di avere al proprio interno le competenze tecniche necessarie, potevano farsi affiancare da Bim Infrastrutture, per cercare di bloccare la richiesta da parte della ditta di Bolzano».
Limana porterà in consiglio comunale questo pomeriggio le osservazioni contro la costruzione della centralina nel suo territorio. «Osservazioni puntuali», commenta la Dal Farra. «Personalmente chiederò che venga inserito il fatto che la realizzazione del progetto potrebbe generare pesanti impatti ambientali con conseguenti possibili azioni legali in ottemperanza alla legge 22 del maggio 2015, n.68, recante “Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente”».
«Da ricerche fatte come gruppo di minoranza, sembra tra l’altro che la ditta non sia esperta nella costruzione di centraline», continua, «e le tecnologie citate (“Rubber Dam”) sembrano non essere italiane. Oltre che particolarmente impattanti. In un contesto di continui cambiamenti climatici e in cui il territorio bellunese è stato soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico (in ambito limanese pensiamo al torrente Cicogna), bisogna assolutamente evitare e bloccare ogni iniziativa che porti alla costruzione di impianti che possono danneggiare il territorio». Una battaglia che vede uniti i tre Comuni interessati dal progetto lungo l’asta del Piave: non in pochi avvertono che i tre eventuali sbarramenti potrebbero creare disastri in casi di piena.
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