Centrali elettriche, l'Enel paga l'Ici ai Comuni
Successo del Consorzio Bim. Dopo Soverzene, ad Arsiè centomila euro
Il sindaco di Arsiè e assessore provinciale Ivano Faoro e una vista del municipio del comune feltrino a cui nei giorni scorsi sono arrivati dall’Enel i centomila euro per il pagamento dell’Ici della centrale
BELLUNO.
Mercoledì sera ad Arsiè il consiglio comunale ha approvato una variazione di bilancio da centomila euro in entrata. Cosa c'è di strano? Apparentemente nulla se non fosse che quella è la cifra che l'Enel deve pagare come Ici al Comune per le opere di presa e le condotte sul territorio.
Da qui alla fine dell'anno a fare la stessa operazione sarà circa una quarantina dei municipi bellunesi. Bim ed enti locali stanno chiudendo con Enel una partita durata anni e che porterà ai comuni - sempre più alla canna del gas - un nuovo gettito. La trattativa, ancora in corso, è nata dopo la presentazione dell'emendamento Paniz con il quale si imponeva alle società operanti nel settore di pagare l'Ici sulle strutture a servizio di dighe e centrali. Il caso più emblematico è quello di Soverzene, che ha già ottenuto parte del ristoro, anche se la partita riguarda la stragrande maggioranza dei comuni bellunesi.
Ovviamente si tratta di una partita milionaria, che ha visto impegnati amministratori e tecnici.
A rompere gli indugi è stato appunto il comune di Arsiè che ha iscritto a bilancio 100 mila euro: «E' l'Ici che prevediamo di incamerare dall'Enel per l'anno in corso», afferma il sindaco Ivano Faoro. Da sempre il suo comune è tra quelli che in provincia hanno più a che fare con l'ex azienda di Stato.
«Nell' ultimo decennio», dice il sindaco, «i rapporti si sono rasserenati. L'Enel sta dimostrando grande attenzione per il territorio. E' la strada giusta».
In realtà la delibera di Arsiè dimostra come la partita con l'Enel - per qualcuno un autentico braccio di ferro - si stia risolvendo positivamente per i comuni bellunesi alle prese con minori trasferimenti statali e spese sociali sempre crescenti.
A gestire la partita finora è stato il Bim Piave con la collaborazione dei comuni coinvolti. Un anno di incontri con i dirigenti dell'azienda ha portato a un accordo che sembra accontentare tutti.
Per il momento, l'Enel pagherà ai comuni una somma calcolata sulla base di uno studio che ha preso in considerazione alcuni impianti della provincia, poi si passerà ad analizzare ogni singola situazione.
Un'impresa tutt'altro che semplice che ha come obiettivo principale quello di rivedere le rendite catastali di opere di presa, condotte e adiacenze delle centrali idroelettriche.
Si tratta di un calcolo complesso che passa attraverso valori di ricostruzione e coefficienti di invecchiamento.
L'operazione dovrebbe consentire ai comuni entro il 30 novembre - termine ultimo per gli assestamenti - di avere in cassa somme anche importanti. E questo in attesa dei calcoli definitivi per i quali potrebbero servire addirittura due anni.
Altro discorso, ancora da definire, è quello che riguarda la retroattività dell'Ici, a partire dal 2005. L'emendamento Paniz era contenuto nella finanziaria di quell'anno. Arsiè - per esempio - ha stimato circa trecento mila euro di arretrati, come spiegato dallo stesso sindaco durante il consiglio comunale di mercoledì sera.
Dopo Arsiè altri comuni potrebbero seguire la stessa strada e iscrivere a bilancio la cifra dovuta.
In tutto il Bellunese le realtà interessate all'operazione sono circa una quarantina. Spesso, una condotta insiste su più territori. Basti pensare alla centrale della Stanga: prima di arrivare in territorio sedicense le condotte attraversano diversi comuni dell'Agordino.
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