Centrali uniche di acquisto chiesta la proroga urgente
BELLUNO. Centrali uniche di committenza: la consulta nazionale Anci piccoli comuni chiede una proroga urgente del termine dell’entrata in vigore. Martedì scatterà, infatti, l’obbligo per oltre 8.000 Comuni, esclusi i capoluoghi di provincia, di effettuare le procedure per l’acquisizione di beni, servizi e forniture attraverso la costituzione di Centrali uniche di committenza (quali Consip e Mepa). «Questa previsione obbligatoria», spiega Gino Pante, presidente della Consulta regionale Anci, «sta avvenendo in un contesto di incertezza organizzativa e attuativa che, se non si prorogherà il termine, comporterà il rischio della paralisi dell’intero sistema degli acquisti e degli appalti. Inoltre, essendo venuta meno la deroga precedentemente prevista per gli acquisti in economia fino a 40 mila euro e per gli interventi urgenti, i piccoli e medi Comuni, in particolare, si troveranno impossibilitati ad effettuare qualsiasi tipo di procedura fino ad oggi svolta in economia».
L’Anci, pur approvando l’idea di semplificare e snellire il sistema degli acquisti della Pubblica amministrazione per ottenere una maggiore razionalità e un reale abbattimento dei costi, spiega che «oggi non ci sono condizioni tali da consentire di predisporre nei tempi fissati il nuovo assetto organizzativo, senza il concreto rischio di creare insormontabili difficoltà attuative nei Comuni e disagi alle imprese, già in sofferenza, frenando la ripresa dello sviluppo economico locale».
Per questo l’associazione dei comuni italiani chiede al Governo un differimento dell’obbligo fino a quando non sarà organizzato quanto previsto dalla legge.
Intanto, l’Anci Veneto ha scritto anche al prefetto di Belluno Giacomo Barbato sulla questione della gestione associata obbligatoria delle funzioni fondamentali da parte degli enti locali sotto i 5000 abitanti che dovrebbe partire domani.
«Bene l’idea di un rafforzamento delle forme di cooperazione tra piccoli Comuni per garantire migliori servizi ai cittadini e adeguatezza nell’esercizio delle funzioni fondamentali, vista anche la riforma delle Provincie, ma non si può mettere in difficoltà i tanti enti che sono andati da appena un mese a rielezione», spiega Pante che conclude: «Per questo chiediamo una gradualità dei termini previsti per le gestioni associate nel momento dell’assegnazione da parte dei prefetti, e auspichiamo un coordinamento locale tra prefettura, comuni interessati e strutture regionali competenti evitando una ripercussione negativa a carico della collettività».
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