Centralina di Busche, la maggioranza divisa
Secondo la Lega nord, la provincia di Belluno «ha già dato»
Lo striscione del Comitato Acqua bene comune contro la centralina di Busche
BELLUNO.
Sulla partita che En&En e Enel stanno giocando in Valbelluna, la maggioranza si è divisa. Si è parlato a lungo del nuovo impianto idroelettrico tra Piz e Busche in consiglio provinciale. Peccato che ancora una volta non sia stata presa una posizione "politica".
Anzi. Mentre l'assessore Bruno Zanolla (Pdl) diceva che "la risorsa principale è l'uomo", un ordine del giorno del gruppo della Lega sosteneva esattamente il contrario. Con il documento il Carroccio ha prima chiesto un approfondimento della questione, poi ha rilevato che «la provincia di Belluno ha già dato un consistente contributo in termini di società, popolazione e territorio agli insediamenti di centrali idroelettriche». Quasi un no, che l' opposizione del Pd - contraria all'insediamento - ha interpretato come una "convergenza". Ma la questione è ancora più complessa perché ieri c'è stata una terza "posizione", quella del presidente Gianpaolo Bottacin che incontrando i ragazzi del comitato Acqua Bene comune si è detto tendenzialmente favorevole all' impianto alla condizione che porti ricchezza al territorio. Una tesi sostenuta anche dal capogruppo Pdl Raffaele Addamiano: «Ai nostri comuni servono risorse», ha detto. Al dibattito hanno assistito i rappresentanti del Comitato che sta portando avanti anche la battaglia referendaria contro la privatizzazione dell'acqua e che hanno affisso degli striscioni fuori Palazzo Piloni. Ad aprire la discussione è stato il Pd con un ordine del giorno che chiedeva all'assemblea di dire no al progetto di En&En: «Il nostro territorio è già sfruttato a sufficienza», ha detto Sergio Reolon. Un aut-aut è arrivato anche da Renzo Crosato: «Da certe scelte non si può ritornare indietro». La risposta di Zanolla non si è fatta attendere, creando un certo stupore tra i ragazzi del Comitato: «La risorsa non ha valore di per sé, hanno valore l' uomo e la sua attività». Ma un conto sono le dichiarazioni di principio, un altro la realtà. E' lo stesso Zanolla a ricordare, a margine della seduta, come la Provincia non abbia praticamente nessuna competenza in materia: «Non vorrei si dicesse che siamo noi a dare il via libera». Ad ogni buon conto l'opposizione è convinta che si debba dare per lo meno un segnale: «Un no all'unanimità avrebbe un effetto deterrente». Da qui la proposta "indecente" al Carroccio, quella di votare un ordine del giorno unico. Se guardando al testo dei due documenti presentati in aula il ragionamento non fa una grinza, Nunzio Gorza, capogruppo della Lega, preferisce "approfondire": «Noi non vogliamo assumere posizioni ideologiche né contrarie a priori», dice. Alla fine si opta per il rinvio ma il dubbio è che il gruppo della Lega si sia accorto della diversità di vedute non solo con Zanolla ma soprattutto con Bottacin.
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