Centralina sul Cordevole, assenti gli albergatori
ROCCA PIETORE. «Gli imprenditori del turismo vogliono tagliarsi il ramo su cui sono seduti». Lo sostiene Lucia Ruffato del Wwf Terre del Piave Belluno e Treviso nel giorno in cui a Rocca Pietore si è svolto il sopralluogo relativo al progetto di centralina idroelettrica voluto dalla famiglia Pra di Caprile.
Un progetto che prevede la presa dallo scarico della centrale Enel di Saviner in località Pian de la Nos a quota 994 metri. La condotta (1,4 metri di diametro per 1500 metri di lunghezza) porterebbe l’acqua fino a Santa Maria delle Grazie a quota 976 metri dove verrebbe turbinata in un nuovo edificio lungo 18 metri e largo da 3 a 8 metri, adiacente alla vecchia centrale. La portata massima di concessione è di 3500 litri al secondo, il salto è di 16 metri.
Al sopralluogo, oltre a Ruffato erano presenti il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, il suo vice, l’assessore all’ambiente, il tecnico comunale, Alessandro Pra con il progettista Eugenio De Demo, due rappresentanti dei pescatori, due dell’Arpav e uno della Provincia.
«Non c’erano albergatori - ha detto Ruffato - e questo mi sorprende. Per quale motivo la famiglia Pra, proprietaria di un importante albergo, deve deturpare l’ambiente da cui trae lavoro? E per quale motivo gli altri albergatori non hanno niente da dire? Si stanno tagliando il ramo su cui sono seduti».
Secondo gli ambientalisti, l’impianto toglierebbe acqua dall’alveo del Cordevole proprio in un punto in cui esso è costeggiato da una strada per le passeggiate, da una pista da fondo e, nel prossimo futuro, da una pista ciclabile. Secondo loro con una mano si fa per la promozione del turismo e con l’altra si toglie.
Le perplessità sono anche del Comune che ha già depositato delle osservazioni. «Questa - ha spiegato il sindaco De Bernardin - è un’area sensibile dal punto di vista turistico. Vogliamo vederci chiaro. Ci preoccupa sia il fatto che possa essere tolta dell’acqua dall’alveo del Cordevole, sia la situazione che potrebbe riguardare le molte vasche Imhoff presenti in zona. Siamo consapevoli che questo impianto sarebbe meno impattante di altri e che i Pra sono imprenditori locali che reinvestirebbero gli utili sul territorio, ma ciò non elimina i dubbi che abbiamo».
Quelli dei pescatori sono invece legati all’attività di pesca sportiva che si svolge in zona con gare di livello nazionale. Salvo i pescatori, tuttavia, la cittadinanza non c’era. «Purtroppo - spiega De Bernardin - c’è scoramento sia fra la gente che nei Comuni perché si prende atto che alla fine le decisioni vengono sempre prese ai livelli superiori e che le battaglie dal basso servono a poco».
Gianni Santomaso
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