Centralina sul Grisol, è mobilitazione

Longarone, sala gremita all’assemblea per fare il punto sul nuovo ricorso portato avanti dalla ditta privata

LONGARONE. Forte mobilitazione contro lo sfruttamento idroelettrico della valle del Grisol. In molti tra gruppi, amministratori e cittadini hanno risposto all’appello di alcune sigle ambientaliste che hanno organizzato una serata a tema, tanto che la sala era troppo piccola per contenere le oltre 150 persone venute da tutte le zone della provincia e anche fuori.

Guido Mattera e Lucia Ruffato di Acqua Bene Comune Belluno hanno in primis riassunto la situazione dei progetti in atto nella valle, una delle più incontaminate della provincia. «La ditta Elettroconsult di Milano – spiegano - già nel 2014 aveva presentato domanda di concessione e così alcuni cittadini e noi associazioni (Wwf, Acqua bene comune e Mountain wilderness) abbiamo pagato il ricorso a Roma che poi era stato vinto. Il principio era quello della forte naturalità della zona che sarebbe stata messa a rischio da un impianto molto impattante, furbamente installato a pochi metri dall’area protetta del Parco delle Dolomiti Bellunesi in modo da non incappare nel divieto di costruzione. Dopo una serie di manovre e sfruttando anche il cavillo che la qualità delle acque è stata riconosciuta solo dopo per via di un ritardo della Regione, ora la ditta è ricorsa in Cassazione. Serviranno eventualmente nuove risorse per un altro ricorso».

In prima linea il sindaco Roberto Padrin: «Siamo sempre stati contrari, prima con le osservazioni poi negando qualsiasi accordo con la Elettroconsuslt che era venuta ad incontrarmi. Per noi queste acque non vanno toccate, sarebbe un vero delitto. Con stupore ho appreso la notizia della nuova azione legale della ditta ma stavolta non lasceremo soli i cittadini e associazioni e faremo la nostra parte per pagare l’azione legale. Sono sicuro che se usiamo i soldi comunali per questo la popolazione è dalla sempre dalla nostra parte. Valuteremo poi, se necessario, anche l’ipotesi di creare dei parchi regionali per le aree protette».

«La centralina – dice Piergiacomo De Cesero, abitante di Soffranco che guida gli Amici della val del Grisol - prosciugherebbe fiume e sorgenti. Costerebbe 5 milioni che saranno però recuperati ampiamente dai privati grazie agli incentivi. Sempre più gente ci sta contattando da tutta la regione e non solo, anche per la bellezza e potenziale turistico che quindi sarebbe a rischio con gli impianti. È un dovere morale fermare la speculazione: Longarone per quanto riguarda lo sfruttamento idrico ha già subito una tragedia più di 50 anni fa».

Tra i relatori Piero Sommavilla e Cesare Lasen che sottolineano come la valle sia insindacabilmente una delle più peculiari e integre a livello ambientale con le acque e le foreste di abete bianco. «I sindaci devono darsi una mossa – ha detto Sommavilla – solo Feltre ha bocciato il piano aziendale di Bim Infrastrutture che prevede nuove centraline sul territorio. Bisogna invece fare massa critica e dire no».

«Zoldo c’è – ha detto il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin – da tre mesi ho scritto alla presidente della Provincia per un incontro sulla questione centraline ma senza risposta. Dobbiamo essere uniti contro questa operazione. Sono stupito che Bim Infrastrutture organizzi gite scolastiche dei nostri ragazzi alle centraline».

«Massima solidarietà e appoggio – aggiunge il sindaco di Santo Stefano Alessandra Buzzo – solo nel nostro Comune ci sono 11 richieste di costruzione per un tratto di fiume di soli 2 km, pensate che scempio. Il nostro territorio è trattato come terra di conquista».

Se la Cassazione dovesse accettare il ricorso della ditta, il nuovo controricorso costerebbe circa 11mila euro. Il Bacino di pesca 6 Longarone Zoldo ha già promesso 1000 euro, Cai Veneto e Wwf ci saranno con 500 euro a testa, poi di sicuro il Comune e chiunque voglia donare con un conto ad hoc creato da Acqua bene comune.

Enrico De Col

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