Centralina sul Maè, «impatti significativi»
Val di Zoldo. Il Comune vince la prima battaglia: il progetto dovrà passare la Valutazione ambientale
VAL DI ZOLDO. La centralina idroelettrica sul Maè può generare impatti significativi sull’ambiente. Il progetto presentato dalla società Cire di Benevento, dunque, deve passare per la procedura di Valutazione di Impatto ambientale. È una prima, significativa, vittoria per il Comune di Val di Zoldo, da sempre contrario alla costruzione dell’ennesima centralina sul Maè. Ma il sindaco Camillo De Pellegrin sorride anche perché, con il documento che gli è stato recapitato dalla commissione Via regionale, si è visto riconosciute molte delle osservazioni che sono state presentate contro il progetto.
«La commissione dice in maniera chiara che il progetto deve essere sottoposto a Valutazione di impatto ambientale», spiega De Pellegrin, «e alcuni dei punti sviluppati dimostrano quanto l’impianto sia del tutto incompatibile con il territorio in cui andrebbe ad inserirsi».
Parliamo del progetto di Cire, società di Benevento che l’anno scorso (settembre 2016) ha presentato istanza per derivare acqua dal Maè per fini idroelettrici, in località Pecol. L’opera di presa è prevista a quota 1443,5 metri, la centrale cento metri più in basso (a quota 1335 m); la potenza nominale dell’impianto è di 256,13 kW. Contro il progetto si sono schierati il Comune, alcuni cittadini, la Regola Grande di Mareson, il Wwf.
«La decisione della commissione di assoggettare il progetto alla procedura di Via per noi è una vittoria», continua il sindaco De Pellegrin. «Abbiamo avuto la prova che le ragioni di tutela del territorio che adduciamo sono fondate. La commissione stessa ha riscontrato che l’impianto andrebbe ad inserirsi in un territorio delicato, di rilevanza paesaggistica e fragile, e che sono necessari molti approfondimenti».
La centralina, infatti, va ad inserirsi in un’area di tutela paesaggistica, sottoposta a vincoli idrogeologici e con vicina una foresta ad alto valore naturalistico, oltre che zone a pascolo naturale. Il comitato tecnico, inoltre, evidenzia che il Maè è un corso d’acqua significativo, sotto il profilo paesaggistico ed ambientale; è inoltre classificato in ambito ecologico “buono”, e la sua qualità non può essere compromessa per legge. Nel documento si ricorda inoltre la presenza di zone interessate da dissesti franosi.
A fronte di un contesto così delicato, il progetto presenta molte carenze, continua il comitato tecnico. Innanzitutto non sono state approfondite le alternative progettuali, inoltre manca una valutazione del cumulo con gli altri progetti. Non è stata esaminata l’interferenza fra la posa della condotta e i sottoservizi esistenti, in particolare quelli che servono gli impianti di risalita e le piste da sci. Il comitato tecnico ha rilevato anche l’assenza di rilevamenti geologici, idrogeologici e geomorfologici, e la mancanza di valutazioni sulla stabilità dei versanti attraversati dalla condotta.
Un appunto anche sulla stima delle portate naturali e derivate: non sono state eseguite, dice il comitato tecnico regionale, misure sul campo. Il monitoraggio del Maè è necessario anche perché la portata del torrente si riduce, per gran parte dell’anno, e perché il corso d’acqua contribuisce al pregio paesaggistico di un luogo turistico. Manca una valutazione dell’impatto del cantiere sulla viabilità, non è stato approfondito il problema del deposito dei materiali di risulta degli scavi, e, sottolinea il sindaco, «la commissione ha rilevato che l’opera di presa ha una marcata invasività in merito all’impatto visivo». Impatti che dovranno essere valutati nella procedura di Via.
«Siamo molto fiduciosi che l’esito finale sul progetto sarà negativo», conclude il sindaco. «Siamo tutti consapevoli dell’importanza che ha il sito in cui si inserirebbe l’impianto, e sarebbe folle pensare di andare ad intaccarlo».
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