Centralina sul Maè, si mobilitano i cittadini

Val di Zoldo. Giovedì il sopralluogo della Via regionale: «Difendiamo la valenza del nostro territorio»

VAL DI ZOLDO. Indosseranno le magliette blu della campagna “Adesso basta centrali” e sventoleranno le bandiere per dichiarare, una volta ancora, la più netta contrarietà a nuove centraline idroelettriche sui corsi d’acqua bellunesi. Ci sarà un presidio di cittadini, giovedì mattina, davanti al municipio di Fusine. Accoglieranno i tecnici della commissione Via regionale, che arriveranno in Val di Zoldo per valutare se assoggettare alla procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto di impianto idroelettrico presentato da Dolomiti derivazioni srl sul Maè. Sarebbe posizionato fra Mareson e Pianaz, prevede la captazione a quota 1321,80 metri e il rilascio dell’acqua nel torrente a 1244 metri. Potenza nominale 354,3 kW.

«Dobbiamo essere in tanti e far sentire la nostra voce», scrivono i membri di “Val di Zoldo c’è e difende i suoi torrenti”, rilanciando una battaglia per la difesa del territorio che vede in prima linea anche il sindaco Camillo De Pellegrin. «Non tollereremo ulteriori impianti idroelettrici sul nostro territorio», aveva dichiarato il primo cittadino all’annuncio del sopralluogo, che era stato previsto, inizialmente, per il 20 aprile. I cittadini rilanciano: «Questa centralina sarebbe costruita nel punto in cui verrebbe rilasciata l’acqua da altri due impianti, per il momento solo in progetto», spiega Anna Zaccone, che fa parte del gruppo zoldano. «L’acqua di questa centrale sarebbe inoltre restituita al torrente nel punto in cui un altro impianto, in esercizio, effettua la captazione». Come in un tetris, il progetto di Dolomiti derivazioni andrebbe dunque a sfruttare l’unico tratto libero del Maè. «E siamo in pieno centro abitato», continua la Zaccone. «Se vogliamo difendere la valenza naturalistica del nostro territorio e il suo carattere turistico, non possiamo accettare altri impianti».

Per questo la verifica di assoggettabilità a Via, per questi progetti, è importante: «La procedura di valutazione è il primo passo per fare in modo che questi progetti non abbiano vita facile», conclude la Zaccone. «Il 10 maggio organizzeremo un presidio, autorizzato, davanti al municipio. Ci saranno attivisti da Belluno, dal Comelico, dall’Agordino, i pescatori. Tutti insieme per dire, con forza, «Adesso basta centrali».

Alessia Forzin



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