Centralina sul torrente Sarzana il progetto passerà per la Via

Il progetto di centralina sul torrente Sarzana a Voltago è stato assoggettato a Via, cioè alla valutazione di impatto ambientale.
Lo ha deciso ieri a Venezia l’apposita commissione regionale che ha quindi accolto le richieste di approfondimento pervenute dal Comune di Voltago, dall’associazione Italia Nostra, dal Bacino di pesca agordino, da Mountain Wilderness, da Acqua Bene Comune, dal Wwf, da Peraltrestrade, dall’ex sindaco (recentemente deceduto) Marco Parissenti e da Renato Panciera.
Il progetto in questione è quello presentato dalla Dolomiti Derivazioni srl di Valentino Vascellari che prevede la realizzazione dell’opera di presa a Frassené, a valle del cimitero e del maneggio (a 960 metri), una condotta forzata lunga 1870 metri che porterebbe l’acqua (anche attraverso un sistema di 300 metri di micro-tunneling) in prossimità del ponte sul Sarzana lungo la provinciale tra Voltago a Rivamonte. Qui (a 5 metri dall’opera di presa della centrale esistente) verrebbe realizzato l’edificio per la turbina. Infine il progetto prevede pure un tracciato aereo di circa 300 metri per portare la corrente in una cabina agli impianti sportivi di Voltago.
Un progetto che non ha convinto la commissione Via se ieri la stessa ha deciso una valutazione più approfondita. «Si tratta di una buona notizia – dice il sindaco di Voltago, Bruno Zanvit, che ieri si è recato a Venezia e ha assistito come uditore ai lavori, facendo anche un intervento – evidentemente gli elementi che avevano in mano hanno consigliato cautela. Le ragioni che hanno spinto la commissione ad assoggettare alla Via il progetto sono molteplici: le tante controdeduzioni che erano state portate dal Comune e da altri soggetti e la situazione che si è creata lungo il corso del torrente in seguito all’alluvione di ottobre».
«Anche la Provincia e l’Arpav – continua Zanvit – che avevano partecipato al sopralluogo del giugno scorso, avevano espresso i loro pareri tesi a richiedere più prudenza».
Chi aveva domandato l’assoggettazione a Via l’aveva fatto mettendo in luce i fenomeni carsici della zona, la mancata considerazione nel progetto degli effetti dei cambiamenti climatici, la mancata valutazione della cumulatività degli impianti e dell’intensità dell’impatto e del rischio ambientale e l’uso di un metodo di calcolo delle portate approssimato e non specifico per il bacino. Era pure stato sottolineato che l’impianto insiste su un corpo idrico sito di riferimento, che c’è un rischio idrogeologico e che il danno all’ambiente circostante sarebbe irreparabile. Il Comune di Voltago rimane anche in attesa della sentenza del tribunale delle acque di Roma per il ricorso presentato sul progetto da ieri assoggettato a Via. —
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