Centraline in Agordino: il tribunale annulla due concessioni date dalla Provincia
CANALE D’AGORDO-VOLTAGO
Concessioni adottate prima della conclusione dei procedimenti relativi al rilascio delle autorizzazioni di compatibilità ambientale su torrenti di particolare tutela.
Con queste motivazioni il Tribunale superiore delle acque di Roma ha accolto i ricorsi presentati da Mountain Wilderness e dal Comitato “Acqua bene comune” (a nome dei cittadini per il territorio di Canale) e dal Comune di Voltago contro le concessioni date dalla Provincia a Dolomiti Derivazioni srl di Ospitale per lo sfruttamento rispettivamente dei torrenti Liera e Sarzana per la realizzazione di due centraline idroelettriche.
La sentenza, messa nero su bianco ancora lo scorso 9 novembre, ma notificata alle parti in questi giorni, segna in un colpo solo una doppia vittoria dell’interesse pubblico nei confronti della speculazione privata.
Il tribunale, infatti, ha unito in un unico atto i due ricorsi presentati in maniera separata nel 2016 e 2017 da Mountain Wilderness/”Acqua bene comune” e dal Comune di Voltago su pressione dei pescatori della Val Sarzana e ha rigettato le istanze di Dolomiti Derivazioni che li riteneva irricevibili.
«La notizia è certa», esulta Giulia Fiocco a nome del Comitato dei cittadini per il territorio di Canale, « l’avvocato Matteo Ceruti, del foro di Rovigo, ci ha inviato la sentenza: il tribunale ha accolto il ricorso che avevamo presentato e ha pertanto annullato la concessione dell’acqua per la realizzazione di un nuovo impianto idroelettrico sul torrente Liera che la Provincia aveva rilasciato alla Dolomiti Derivazioni Srl nell’ottobre 2016. In estrema sintesi, il tribunale ha accolto il principio in base al quale le valutazioni di carattere ambientale devono precedere e non seguire il rilascio della concessione».
Tanto più su quei torrenti che sono oggetto di speciale tutela, come appunto il Liera e il Sarzana, per i quali il Piano di gestione delle acque del distretto delle Alpi orientali (aggiornamento 2015 e 2021) esclude il rilascio di derivazioni ad uso idroelettrico.
Erano state queste riflessioni a muovere il Comitato di cittadini di Canale d’Agordo a proporre il ricorso.
Essi avevano trovato la collaborazione, anche finanziaria, sia di singoli e sia di associazioni. Due di queste (Mountain Wilderness e “Acqua bene comune”, in quanto sodalizi riconosciuti) avevano poi prestato il loro nome per effettuare il ricorso.
«Questo risultato che abbiamo accolto con gioia e soddisfazione», dice Fiocco, « è un’ulteriore conferma di una nostra convinzione profonda: per qualcosa che vale, bisogna impegnarsi sempre, con convinzione e coraggio, senza ripensamenti e senza mai rinunciare alla speranza di poter al fine raggiungere l’obiettivo che ci si è posti. Qualcosa di buono ne verrà fuori, sicuramente. A tutte le persone che hanno creduto in questa iniziativa, che l’hanno appoggiata in qualunque forma», continua, «va om questo momento il nostro sincero grazie. Ai singoli cittadini, ai pescatori di Canale e più in generale del Bacino di pesca n. 5, a MW e al Comitato bellunese “Acqua bene comune” le cui firme erano indispensabili per il ricorrere, alla signora Lucia Ruffato che si batte da anni in difesa dei torrenti, alla direzione del campeggio Lastei e ad altri. Speriamo davvero di non aver dimenticato nessuno».
L’altra speranza dei cittadini è adesso quella che la partita si concluda qui e che Dolomiti Derivazioni non impugni la sentenza del Tribunale superiore delle acque presso la Cassazione entro 45 giorni dal 9 giugno. —
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