Centraline sotto il ponte della Vittoria: Belluno si ribella.

Acqua bene comune chiede subiuto una  moratoria urgente sulle centraline. Bottacin: «Serve un piano energetico regionale». Massaro dà il via alla battaglia per bloccare l’impianto
gian paolo perona-perona- belluno- luogo dove sarebbe destinata una centralina idroelettrica
gian paolo perona-perona- belluno- luogo dove sarebbe destinata una centralina idroelettrica

BELLUNO. «Siamo al delirio se si arriva a proporre centraline su quattro metri di salto e a ridosso della città». Il comitato Acqua bene comune si batte da anni per chiedere di fermare la costruzione di impianti sui fiumi bellunesi, ormai ridotti a rigagnoli. Non starà con le mani in mano di fronte all'ennesimo tentativo di usare l'acqua del Piave da parte di una società che ha presentato richiesta di derivazione per costruire una centralina sotto al ponte della Vittoria.

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Il consiglio comunale di Belluno giovedì ha espresso con fermezza “netta contrarietà” all'intervento, scrivendolo in un ordine del giorno: «Ha fatto bene il consiglio comunale», spiega Nico Paulon, di Acqua bene comune. «Questo progetto è l'ennesimo esempio di business e speculazione». Lo pensa anche Augusto De Nato (Wwf): «Non se ne può più, siamo di fronte a mera speculazione», afferma. «Non c'è alcuna volontà di produrre energia pulita, le centraline servono solo per incassare i soldi degli incentivi, che ormai hanno completamente drogato il sistema. Bisogna assolutamente predisporre un piano energetico nazionale, regionale e provinciale, che indichi con chiarezza di quanta energia abbiamo bisogno e come produrla».

Invece si continuano a costruire impianti che sfruttano le acque di fiumi e torrenti bellunesi producendo pochissima energia: «L'unica produzione rilevante è quella delle grandi centrali, che sono sottoutilizzate. Quelle piccole servono solo per guadagnare. E i sindaci si dovrebbero ribellare». Lo stanno facendo, a dire la verità, sono in molti ormai ad opporsi a progetti che avrebbero un impatto rilevante sul territorio. L'ultimo, in ordine di tempo, è stato il Comune di Belluno: «Ha fatto bene, ma non basta. Servono azioni concrete: Massaro riunisca tutti i sindaci della provincia, si faccia massa critica per opporsi a questo sistema», conclude De Nato.

Acqua Bene Comune sposta la partita a Venezia: «Il nuovo consiglio regionale deve prendere in mano la questione dell'idroelettrico nel Bellunese», aggiunge Paulon. «Il sistema va regolamentato e serve una moratoria sulle richieste pendenti, perché non c'è più spazio per fare nuove centraline». Il privato fa il suo, cioè investe. Chi dovrebbe mettere limiti è la politica. Gianpaolo Bottacin (consigliere e papabile assessore regionale) non si tira indietro: «Mi prenderò carico di tutti i problemi del Bellunese, come ho sempre fatto», spiega nel giorno in cui si riunisce, per la prima volta, il consiglio regionale. «E penso di poter trovare appoggio anche in altri colleghi, perché il problema delle centraline non riguarda solo la provincia di Belluno. Ci sono moltissime richieste anche nel Trevigiano, sempre lungo il Piave».

Secondo Bottacin «è necessario fare un ragionamento complessivo sull'acqua. Serve un piano energetico regionale, ma deve essere costruito verificando prima di tutto qual è il bilancio idrico reale». Intanto a Belluno il problema è contingente. E il sindaco dà il via ad una battaglia che si muove sul piano politico: «I Comuni devono poter decidere su progetti di questo genere in modo discrezionale, non solo sulla base di valutazioni tecniche», spiega. «Oggi siamo esautorati, decidono alcuni uffici. Ma non si considera che i Comuni hanno progetti di sviluppo che rischiano di essere vanificati da interventi come questo».

La centralina sotto al ponte della Vittoria, a un passo dalla spiaggia di Lambioi, è un esempio lampante di questo ragionamento. E che dire della famosa concertazione con le comunità? Di questo progetto a Palazzo Rosso non si sapeva nulla: «E non è nemmeno un'opera strategica, si tratta di mero sfruttamento per fini privati», conclude il sindaco. Che farà il possibile per opporsi a questo progetto.

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