Centraline sul Piave a Belluno? «Mai e poi mai»
BELLUNO. Continua l’assalto dei privati ai corsi d’acqua bellunesi. La società altoatesina Reggelbergbau srl, che nel 2015 aveva presentato tre domande di rilascio di concessione di derivazione d’acqua ad uso idroelettrico nel fiume Piave (una a Borgo Piave sotto il ponte della Vittoria, una a Praloran al confine tra Belluno e Limana e una sotto il ponte di Rione Santa Caterina a Ponte nelle Alpi), dopo lo stop imposto per adeguare la documentazione alle norme in materia, sta proseguendo il suo iter. Tanto che per la fine di giugno (il 28 alle 9.30) è previsto il sopralluogo con il personale tecnico del Comune di Belluno e della Provincia (deputata all’istruzione delle pratiche idriche) ai siti dove dovrebbe sorgere la centralina.
I progetti, del valore di 4-5 milioni di euro l’uno, già nel 2015 avevano sollevato uno stuolo di proteste da parte degli enti locali, dei comitati di Borgo Piave e di Acqua bene comune, che fin da subito si sono opposti a un ulteriore sfruttamento del fiume sacro alla patria. I piani prevederebbero, infatti, la realizzazione di laghetti artificiali, alti fra i 3-4 metri, per creare un salto da cui produrre elettricità.
E quello che si alza dai territori è ancora una volta un “no” secco e categorico. Acqua bene comune annuncia l’intenzione «di mettere in atto qualsiasi tipo di azione per contrastare questo intervento. Se le aziende private intendono fare profitto sul nostro territorio noi siamo pronti a tutto». E poi chiedono ai candidati sindaco di esprimere la loro posizione rispetto a questo prospettato scempio. «Cosa ne pensa la Lega, visto che il suo assessore regionale Bottacin era giunto a invocare la celere per fermare la protesta? E il Pd che sta al governo e una volta si dice contrario a questi interventi, ma la volta successiva prevede incentivi per chi li realizza?».
L’amministrazione comunale, che in questi anni si è impegnata a riqualificare l’area intorno al Piave, si è sempre detta contraria all’arrivo di privati a deturpare l’ambiente. Lo stesso consiglio comunale aveva approvato un documento. «Non c'è alcuna possibilità che il progetto della centralina idroelettrica al ponte della Vittoria possa essere realizzato», dice il candidato sindaco Jacopo Massaro, ribadendo la posizione tenuta nel corso del suo mandato. «L’opera sarebbe realizzata sotto un ponte storico, simbolo della nostra città e della nostra storia; inoltre, sorgerebbe davanti a aree oggetto di importanti attività di riqualificazione, come quelle di Lambioi e di Borgo Piave, e sotto la frana di Col Cavalier. Un impianto simile metterebbe a rischio l’ecosistema e le biodiversità, basti pensare al ritorno dell’ibis. Sono previsti, infine, la ciclabile lungo il Piave da Lambioi a Ponte nelle Alpi e la riqualificazione del ponte crollato, in piazzetta San Nicolò».
Massaro non risparmia le critiche: «Le imprese di Bolzano costruiscano centraline in Alto Adige; con le aziende bellunesi c’è sempre stato confronto, con loro non abbiamo mai parlato». E poi attacca la politica: «Lo Stato e la Regione hanno creato un quadro normativo in cui il ruolo dei comuni è minimale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi