Centri benessere, Falcade getta la spugna. Arabba raddoppia e chiede soldi in più

Nei progetti del sindaco Grones una struttura predisposta per funzionare anche durante epidemie tipo Covid-19

LIVINALLONGO

Falcade rinuncia, Livinallongo chiede altri 3 milioni per un centro benessere che sia predisposto anche contro le epidemie. È un doppio colpo di scena quello che riguarda la partita infinita della realizzazione di due centri benessere in Agordino. Una storia iniziata nel 2016, quando le Amministrazioni di Falcade e Livinallongo proposero due progetti per altrettanti centri wellness da costruire, con i fondi di confine di area vasta, a Falcade e ad Arabba: 5 milioni e 618 mila euro per il primo, circa 6 milioni per il secondo. Quattro anni dopo il sindaco di Falcade, Michele Costa, che al centro benessere ha sempre creduto, comunica la rinuncia al progetto; Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, che un anno fa ipotizzava invece di stornare i soldi previsti sulla sistemazione della viabilità comunale, chiede ai colleghi sindaci e al Comitato dei Fondi di confine altri tre milioni per la realizzazione di una struttura completa.

Se ne parlerà nella prossima conferenza dei sindaci in cui, fra le altre cose, Costa chiederà di usare tutti o una parte dei 5 milioni inizialmente previsti per il centro benessere di Falcade per altre strutture turistiche in Valle del Biois e Danilo De Toni, sindaco di Alleghe, chiederà di raddoppiare il costo del progetto per la realizzazione di un bacino artificiale a Col dei Baldi (da 3.140.000 a oltre 6 milioni, con la parte pubblica che passerà da un milione e mezzo a 3 milioni).

La richiesta di Grones è stata comunque inviata nelle settimane scorse sia allo stesso Costa, come referente di vallata per i fondi di confine, sia a Roger De Menech, presidente del Comitato paritetico: altri 3 milioni da sommare ai 6 inizialmente previsti per un centro benessere completo alla partenza delle piste da sci di Arabba. «Man mano che siamo andati avanti con la progettazione e con lo studio di sostenibilità economico-finanziaria», dice Grones, «abbiamo capito che è necessario aggiungere dei soldini se si vuole realizzare un’opera completa che non solo regga la concorrenza, ma ci faccia essere più avanti degli altri. A nostro avviso non avrebbe senso fare in due stralci. Per questo chiediamo tre milioni in più. Nove milioni non sono pochi, certo, ma teniamo presente che a Cortina ne spenderanno 11 per ristrutturare la piscina».

Per Grones, dunque, se si vogliono strutture e servizi che stiano sul mercato occorre spendere. «Il progetto», dice il sindaco fodom, «prevede una struttura a tre piani più uno di servizio. Ci saranno un’area con la piscina interna e spazio per bambini e una superficie relax vicino all’acqua; poi un piano intermedio che è un soppalco con visione sulla piscina, più bar e ristorante e centro estetico; al piano superiore, separata da tutto ciò, per poter garantire un pieno relax, ci sarà la terrazza con varie tipologie di saune, insomma spa e centro massaggi».

Una struttura complessa e costosa, dunque, per la cui gestione Grones non è affatto preoccupato. «Per molti», dice, «quello della gestione è il problema più grosso, ma io non la vedo così. Di certo non potrà prenderla in mano chi non è del settore, ma ci sono delle società con grande esperienza che sono già venute a vedere cosa stiamo facendo. Poi si vedrà se alcuni servizi, per esempio quello della ristorazione, possano andare a un soggetto distinto».

L’altra preoccupazione che Grones non ha è il futuro segnato dal Covid-19.

«Per una volta», conclude, «possiamo dire che l’attesa è positiva: nella difficile situazione che stiamo vivendo abbiamo però l’occasione di ragionare sulla predisposizione di una serie di accorgimenti pensati proprio per far fronte alle epidemie». —

 

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi