Centro caseario biologico per aiutare le latterie
Cesiomaggiore. Il progetto delle associazioni di categorie e delle piccole realtà prevede di costruire un concentratore e un depuratore vicino a Lattebusche
CESIOMAGGIORE. L’obiettivo, che dà anche il nome al progetto, è ambizioso: salvare l’agricoltura bellunese e il suo ambiente. La realizzazione è prevista per stralci, ma i primi due diventeranno già da soli un importante elemento di sostegno per le piccole latterie disseminate in tutta la provincia. Coldiretti, Confagricoltura e la Confederazione italiana coltivatori puntano ai Fondi di confine per realizzare un concentratore del siero e un depuratore, al fine di realizzare (terza fase del progetto) un centro Caseario biologico.
Il luogo per il concentratore e il depuratore è stato individuato: Busche. La cifra è stata prevista: 3 milioni di euro. Impegnativa. Per questo si cercherà di ottenere l’aiuto del Fondo Comuni di confine, vista anche la strategicità dell’intervento, rivolto a tutte le latterie del Bellunese. «Quello del siero è un problema che si trascina da anni», spiega il presidente di Confagricoltura Diego Donazzolo. «Smaltirlo ha un costo molto elevato. Abbiamo pensato di trasformarlo in risorsa, da qui l’idea del concentratore, uno strumento che serve, appunto, per concentrare il siero». L’acqua che esce, però, deve essere inviata a depurazione, ecco perché il primo intervento non può prescindere dal secondo: il depuratore.
«Quello che ha Lattebusche non sarebbe sufficiente», continua Donazzolo, precisando che si tratta di smaltimenti biologici, non chimici. «I sindaci di Lentiai e Cesiomaggiore sono d’accordo, ma siccome nell’intervento sarà coinvolto anche Bim Gsp abbiamo inviato a tutti i sindaci un documento per sensibilizzarli sull’opportunità che abbiamo davanti», prosegue il presidente di Confagricoltura. Ovvero quella di aiutare le piccole latterie, nell’immediato, e di arrivare, in futuro, alla realizzazione di un centro Caseario biologico, dove poter fare sperimentazione e anche formazione.
Il documento, firmato da Silvano Dal Paos (Coldiretti), Diego Donazzolo (Confagricoltura), Hemil Dall’Asen (Confederazione italiana coltivatori) e dai presidenti delle latterie di Agordo, Camolino, del centro Caseario Pian del Cansiglio, delle latterie di Frontin, Lentiai, Limana, Livinallongo, Sant’Antonio Tortal, Tisoi e Sedico, serve per sensibilizzare i sindaci di tutta la provincia sull’importanza del progetto. Si ricorda che per le piccole latterie il costo dello smaltimento del siero si aggira fra i 25 mila e i 30 mila euro annui e che alcune latterie potrebbero essere costrette a chiudere per l’impossibilità di sostenere questa spesa.
La cooperativa Lattebusche, inoltre, sarebbe disponibile a mettere a disposizione gratuitamente l’area per realizzare il concentratore e anche a partecipare al costo di trasporto del siero dalle latterie al concentratore. Ora non resta che attendere gli sviluppi, e anche la risposta del Fondo Comuni di confine, cui è stato inviato il documento per ricevere un finanziamento. La realizzazione del progetto “Salviamo l’agricoltura bellunese e il suo ambiente”, del resto, avrà molteplici benefici com’è esplicitato nel documento: nuovi posti di lavoro nel settore zootecnico e lattiero caseario, la nascita di nuovi piccoli allevamenti, la conversione degli allevamenti esistenti al biologico, il recupero di terreni abbandonati, il ripopolamento delle piccole borgate, un freno alla colture intensive e infine lo sviluppo turistico del territorio.
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