Centro islamico, ecco il nuovo progetto

Mentre la pratica è ferma al Consiglio di Stato, svelata la linea architettonica dell’edificio da realizzare ad Arten
Di Roberto Curto

FONZASO. Se non si troverà un accordo se riparlerà probabilmente verso fine estate, tenuto conto che il Consiglio di Stato impiega circa un anno per prendere le proprie decisioni. Nel frattempo il progetto per il centro islamico di pace nella piana di Arten non si ferma con il nuovo progetto realizzato dall'architetto veronese Paolo Fossati per conto dell'associazione “Un passo verso la speranza” che ha già superato l'esame dei committenti arabi e che sarà la versione definitiva del centro, sempre che la trattativa _ o meglio il braccio di ferro _ con il Comune di Fonzaso vada a buon fine. Spogliato di tutti gli elementi arabeggianti _ come delle improbabili guglie a pennacchio _ presenti nel progetto originale elaborato per conto dell'impresa Samaria e oggettivamente difficile da digerire sul piano architettonico per chi è abituato allo stile di montagna, l'edificio si presenta molto diverso, con linee moderne che ne avvicinano l'aspetto più al centro commerciale e culturale, molto lontano dall'idea di moschea che si è diffusa tra i fonzasini, suscitando dubbi e timori.

La sala dove la comunità islamica che frequenterà il centro potrà radunarsi per la preghiera misurerà poco meno di 200 metri quadrati da dividere con un'area polifunzionale nell'ambito di un complesso le cui destinazioni d'uso non sono diverse da quelle per il quale il 22 maggio 2014 il Tar ha dato ragione ai legali dell'impresa Samaria dando torto al Comune di Fonzaso che aveva bocciato il progetto contestando la realizzazione di una moschea, dunque di un luogo di culto in una zona destinata invece a ospitare aree direzionali, commerciali e artigianali.

E quelle attività, secondo quanto esposto da Mohsen Chemingui, portavoce dell'associazione “Un passo verso la speranza” con sede a Feltre, restano le attività principali che saranno sviluppate sui due piani dell'edificio (più un piano interrato destinato a parcheggio) denominato centro di pace. Nel dettaglio il progetto prevede un piccolo supermarket di 200 metri quadrati, tre negozi, altrettanti uffici, un studio televisivo dove allestire una web-tivù, un appartamento per il custode e la sala polifunzionale all'interno della quale ci sarà la famosa sala di preghiera. Sono già passati anni dalla firma del preliminare di vendita tra l'impresa Samaria e l'associazione, poi l'iter si è bloccato con la bocciatura dell'allora amministrazione Furlin e con l'attuale primo cittadino Ennio Pellizzari che non ha cambiato linea tanto da incaricare l'avvocato Enrico Gaz di inoltrare ricorso al Consiglio di Stato per tentare di ribaltare l'esito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale.

L'architetto Fossati, che ha maturato varie esperienze professionali nel Paesi arabi, sta svolgendo un ruolo di consulenza a tutto tondo per l'associazione “Un passo verso la speranza”. Dunque, oltre all'aspetto meramente architettonico, il professionista ha presenziato anche all'incontro che rimesso attorno a un tavolo l'impresa Samaria, l'associazione islamica e l'amministrazione comunale che non pare al momento avere alcuna voglia d trovare un accomodamento.

Dall'altra parte si punta invece a una soluzione condivisa che possa dare il via libera al completamento del progetto con un ampliamento della cubatura nel parte che riguarda il lato verso il campo sportivo. La recente visita della delegazione di dignitari dell'Arabia Saudita, che poi materialmente copriranno le spese dell'investimento, stimato in circa otto milioni di euro, ha avuto il compito di chiarire le idee e le intenzioni sul Centro islamico che dovrebbe occupare, una volta a regime, una trentina di persone. La gestione sarà a cura dell’associazione, a pieno titolo del terzo settore.

L'alternativa è attendere la sentenza del Consiglio di Stato, che al momento ha solo sospeso gli effetti della sentenza del Tar senza entrare nel merito. Se avrà il via libera, l'iter riprenderà con questo nuovo progetto fermo restando l'obbligo di realizzare l'opera entro il 2016, data in cui scade il tempo utile per costruire. In caso di parere favorevole al Comune è probabile che sul progetto e sui destini dell'edificio rimasto al grezzo calerà una pietra tombale.

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