Centro massaggi, condannato il titolare

Due anni e 8 mesi di reclusione, multa di 1000 € e perdita della licenza per il cinese che gestiva la casa in via Montegrappa

BELLUNO. È stato condannato a due anni e 8 mesi di reclusione, al pagamento di una multa di 1000 euro e delle spese processuali, alla perdita della licenza dell’esercizio e all’interdizione dai pubblici uffici per due anni il 47enne cinese Jin Jiansheng che era stato accusato di sfruttamento della prostituzione.

La sentenza è arrivata ieri pomeriggio dal collegio formato dai giudici Coniglio (presidente), Scolozzi e Cittolin (a latere) al termine del processo relativo alla vicenda del centro massaggi cinese in via Montegrappa.

L’indagine della polizia di Belluno, denominata Progetto Dragone, nel luglio scorso portò a scoprire che i dipendenti del centro benessere non praticavano solamente massaggi.

Si è trattato, come ricordano anche i giudici nelle motivazioni della sentenza letta ieri, di un’indagine condotta tramite intercettazioni telefoniche e pedinamenti del condannato che era anche titolare dell’esercizio commerciale. Gli agenti avevano notato che l’uomo, a bordo della Bmw della moglie prelevava delle ragazze e le portava al centro massaggi. Queste ragazze, come appurato anche da un agente di polizia che operava sotto copertura, non vestivano certo come massaggiatrici. Anzi: indossavano minigonne vertiginose, calze a rete, e comunque abiti succinti. D’altra parte nemmeno i locali dove lavoravano avevano l’aspetto di un centro massaggi: c’erano luci soffuse, e un arredamento che i giudici hanno definito inusuale con lettini gonfiabili, e oggetti di colore rosa. I clienti, tutti rigorosamente uomini, chiamavano al telefono Jin Jiansheng che organizzava l’appuntamento. Le ragazze concentravano i loro massaggi nella zona dei genitali e qualche volta giungevano anche alla masturbazione, che era considerata una prestazione extra. Tanto che il costo dell’extra spesso era trattenuto dalle ragazze per loro. Soltanto in un caso si sarebbe arrivati al rapporto sessuale completo.

Per il tribunale di primo grado il condannato, che è contumace, era consapevole di cosa si faceva nel centro massaggi visto che secondo quanto appurato dalle testimonianze oltre ad accompagnarle al centro, l’uomo dava anche delle istruzioni alle ragazze su come esercitare l’attività anche quella extra garantendo alle sue dipendenti vitto e alloggio. Tutti questi elementi hanno portato i giudici a condannare l’uomo a 32 mesi di reclusione, riconoscendogli però le attenuanti generiche dell’incensuratezza.

Paola Dall’Anese

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