Centro Pma, nel 2013 autonomo
PIEVE DI CADORE. Entro l'inizio del 2013 il centro di procreazione assistita di Pieve di Cadore sarà autonomo. Cioè si potrà decretare l’addio alla cooperazione col Sismer di Bologna, la cui convenzione scade il 31 dicembre prossimo. Lo annuncia il primario Antonino Lo Re tracciando anche le tappe di questo percorso.
«Già da qualche tempo tutti i medici del reparto di ostetricia e ginecologia di Pieve sono impegnati anche nell’attività del centro di procreazione e così le ostetriche. Il servizio di segreteria è stato formalizzato e prevede l'impiego di quattro segretarie che si alternano allo sportello dalle 12 alle 13 tutti i giorni. Il centro di Pma è diventato parte integrante del reparto e in autunno arriverà il nuovo biologo che sarà presente più ore di quello attuale a cui affiancheremo un altro professionista per poter essere autonomi al 100%».
Attualmente in reparto stanno lavorando cinque medici (due a tempo pieno, uno in aspettativa e due gettonisti) a cui si aggiunge il primario. «Sta dando buoni frutti anche lo scambio di personale medico e ostetrico da Belluno a Pieve di Cadore e viceversa», prosegue il direttore dell’unità operativa. L’operazione era stata avviata per garantire una certa casistica ai medici.
Avviato, inoltre, il servizio di diagnosi prenatale.
Insomma, sul centro di procreazione medicalmente assistita l’Usl n. 1 e il primario stanno investendo molto, sia in termini economici che di risorse umane. «Vogliamo che raggiunga un livello qualitativo importante, di un certo tipo, anche più di quello che è ora», precisa Lo Re.
Resta il dubbio su che fine farà il reparto di ostetricia e di ginecologia nella razionalizzazione che è stata imposta dal governo su tutti i punti nascita con meno di 1000 parti all’anno. «Noi continuiamo a lavorare come se l’unità operativa dovesse rimanere, poi si vedrà cosa succederà», replica il primario che comunque tranquillizza sul fatto che «il centro di Pma non sarà toccato, comunque vada».
E le idee sul rilancio di questa attività sono molte. «Una di queste riguarda la possibilità di offrire agli utenti un pacchetto diagnostico completo: praticamente la coppia entra in ospedale per gli accertamenti clinici prima di iniziare il percorso clinico, in quello stesso giorno le vengono eseguiti tutti gli esami necessari. In questo modo eviteremo sprechi di tempo ai pazienti», conclude Lo Re.
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