Ceramica Dolomite, assemblea dei lavoratori con i sindacati
Allo stabilimento di Trichiana si è fatto il punto per la ripartenza: all’appello mancano i soldi di Invitalia
Assemblea all’aperto oggi lunedì 20 gennaio, nel cortile della fabbrica, per mettere al corrente i lavoratori di Ceramica Dolomite di cosa si sta facendo per far ripartire lo stabilimento di Trichiana, a Borgo Valbelluna, fermo da inizio dicembre e con una buona parte dei 340 dipendenti in cassa integrazione ordinaria. Giovedì scorso c’è stato l’atteso incontro a Roma, un tavolo di lavoro che ha visto la presenza di tutti i soggetti interessati, il ministero dell’Industria e del Made in Italy, l’azienda con la parte gestionale, Invitalia, i sindacati, la Regione con l’assessore Mantovan, collegati anche il presidente della Provincia Padrin e il sindaco di Borgo Cesa.
C’era più o meno la metà dei lavoratori di Ceramica, stamattina, ad ascoltare dai sindacati il resoconto dell’incontro romano e le prospettive future: alla fine praticamente nessuna domanda e via tutti alla spicciolata. «Qui non si chiude niente» ha detto Gianpietro Marra, segretario generale della Filctem Cgil di Belluno, «La volontà di andare avanti c’è». Il tema principale è quello dei soldi, del rifinanziamento da parte dei privati e della parte pubblica rappresentata da Invitalia, l’agenzia governativa per gli investimenti. «Nessuno a Roma ha parlato di impegno finanziario» ha aggiunto Marra, «Per la prima volta però ci è stato presentato un piano di rilancio triennale, fino al 2027». Piano industriale e commerciale, con tanto di volumi da produrre anno per anno, con progetti nuovi e accordi commerciali.
La produzione prevista è stata illustrata da Giorgio Agnoletto, Uiltec Uil: »Nel 2024 sono stati prodotti 290mila pezzi, centomila in più dell’anno precedente. Il piano dell’azienda per il 2025 prevede di produrre 425mila pezzi, di cui 120mila per conto terzi, sostituendo man mano quelli che ancora si fanno per Ideal Standard. Nel 2026 il numero sale a 535mila pezzi, per arrivare nel 2027 a 575mila pezzi». Naturalmente una simile super produzione vuol dire attuare delle modifiche organizzative del ciclo di produzione ma anche una importante diversificazione dei prodotti: «Ci hanno illustrato» aggiunge Agnoletto «tutta una serie di nuovi prodotti, per migliorare i materiali e le superfici. Hanno anche parlato di un nuovo brevetto».
Per ripartire servono soldi, un rifinanziamento. Invitalia, azienda governativa per le imprese, ha sostenuto già tre volte Ceramica Dolomite, a partire dal 2022 quando lo storico stabilimento di Trichiana è passato di mano, acquisito dai nuovi soci. Al momento della nascita della nuova Ceramica il Fondo salvaguardia imprese aveva partecipato con sette milioni di euro. All’incontro di Roma di giovedì scorso, spiega Stefano Zanon, segretario generale Femca Cisl Veneto, i rappresentanti di Invitalia non hanno parlato: «Pensiamo che sia in corso una interlocuzione tra soci e parte pubblica». La speranza, l’auspicio, la richiesta è che il prossimo incontro sia quello decisivo.
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